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- Band: THE EXPLOITED
- Durata:
- Disponibile dal: //2003
- Distributore: Spin-go
Diretto, anarchico nel moto e nel pensiero, devastante nell’esecuzione, dissacrante nel messaggio, rivoluzionario sempre e comunque. Stiamo parlando di un lavoro dei The Exploited, ovviamente… di chi altri? Questo ultimo “Fuck The System” sorprende per la fedeltà alla ‘linea’ che ha sempre contraddistinto la band scozzese e per l’energia incontenibile sprigionata in una sola mezz’ora di puro punk. Sì, punk puro, ma supportato da un’ottima produzione-esecuzione dei brani, che suona molto ‘heavy’. Sono anni che la band, capitanata come sempre dall’inossidabile Wattie Buchan, ha intrapreso un approccio più pesante da mescolare col punk al fulmicotone: basti ricordare il capolavoro “The Massacre”. Questo “Fuck The System” somiglia molto all’album appena citato, e nemmeno la qualità ne è inferiore. Sorprende che un gruppo riesca a restare sulla cresta (è proprio il caso di dirlo!) della scena punk per più di vent’anni, incredibile sembra il fatto di riuscire a calcare il palco per tanto tempo per una band estrema come i The Exploited, punk della prima generazione, quella stessa band che faceva vergognare la regina britannica Elisabetta di aver simili sudditi. La voce di Wattie non ha perso niente della sua arroganza, acidità, irriverenza e rimane sempre un punto di forza per questo gruppo, la cui rivolta sonora in questo disco inizia con la titletrack e prosegue senza abbassare mai la guardia, senza mai far venir meno la forza del suo messaggio di protesta. “Never Sell Out” e “Was It Me” non faranno rimpiangere gli esordi mitici di “Punk’s Not Dead”! La ‘beneamata’ Maggie d’Inghilterra, la lady di ferro, non c’è più da tempo, ma la monarchia è ancora forte, e resta un sicuro target da centrare senza esclusioni di colpi per Wattie e soci. Ma non solo: l’intero sistema, ovviamente, deve subire la furia nichilista di questo attacco sonoro in tutto e per tutto vincente. Allacciate stretti i vostri boot e abbandonate per un giorno i vostri discorsi ipocriti di ‘rivoluzionari del pensiero’ cresciuti soltanto con il post punk che, di estremo, non ha davvero nulla… gettatevi, per una volta, nella mischia in cui solo i più forti sopravvivono. Death before dishonour!