7.5
- Band: THE FLIGHT OF SLEIPNIR
- Durata: 00:44:21
- Disponibile dal: 28/05/2021
- Etichetta:
- Eisenwald Tonschmiede
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
Sembra passato molto tempo dall’ultima uscita a firma The Flight Of Sleipnir, e in effetti dal 2017 ad oggi un po’ di cose sono accadute; la formazione del Colorado aumenta sempre più la propria concettualità come band a tutti gli effetti, e questo “Eventide” sembra confermare anche nella sua stessa esistenza tale condizione. Il suono è compatto, massiccio, sembra aver preso le redini dell’ultimo, splendido, “Skadi”, e averlo ricomposto pezzo per pezzo, identificandolo in una forma quasi live. È un disco pregno, profondo, a volte disorientante, certamente labirintico: doom, post metal, folk, progressive, black metal, cos’altro? Non sembra d’interesse degli autori dare una precisa definizione delle proprie coordinate musicali; semplicemente, gli americani si ritrovano a costruire un percorso sulla base di composizioni pesanti e soffici allo stesso tempo, con una cura quasi maniacale per la forma delle emozioni richiamate dai singoli brani. Sei canzoni per quarantacinque minuti dimostrano che ancora una volta la band richiede del tempo per essere assimilata e capita: un disco come questo va ascoltato con la dovuta attenzione, in grado di ripagare l’ascoltatore che avrà delle buone cuffie per godersi quelle decine di rimandi in progressione a tutto tondo – dai Bathory ai Pink Floyd (sembrano quasi gruppi diversi quelli che suonano “Bathe The Stone In Blood”, “Harvest” e “Servitude”, o forse non così tanto?), attraverso pennellate a volte appena accennate, a volte trasudanti colore. “Eventide” è a modo suo più diretto del predecessore, le parti pesanti lo diventano in maniera più formale, meno trasognante, ma nell’insieme la magia di un paesaggio ben definito riesce a prendere sempre la sua forma. Questo settimo lavoro segna dunque il passo di un cammino in divenire, un percorso con soste e ripartenze, con discese e risalite, a volte evidenziato da suoni ambientali (come gli uccellini in “January”), a volte aspramente sottolineato da gravose digressioni puramente doom, altre volte ancora accompagnato da soffici melodie prettamente prog rock; tuttavia dove oggi i Flight Of Sleipnir sembrano gustare di più la loro stessa musica è nell’iconografia black metal, quello aspro e più aperto alle contaminazioni, quello che raccoglie in se stesso le lezioni più disparate (come definiremmo un brano come “Thaw” se non prettamente black, dicendo tutto e niente assieme, gustando tanto le ancestrali immagini di foreste scandinave quanto quelle più larghe di una vallata desolata?). Un altro ottimo lavoro all’interno di una discografia ragguardevole: “Eventide” non lascerà magari il segno come album più rappresentativo di questa band, ma decisamente non potrà che affascinare chi lo approccerà, magari portandolo a riscoprire alcune gemme passate e lasciando buone impressioni sulla salute di un certo tipo di metal.
