7.5
- Band: THE FLIGHT OF SLEIPNIR
- Durata: 00:45:02
- Disponibile dal: 20/01/2017
- Etichetta:
- Eisenwald Tonschmiede
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Resta una sorta di mistero come i Flight Of Sleipnir, dopo una decina d’anni di attività e un pugno di dischi che necessita di una seconda mano per contarli, siano ancora una realtà piuttosto nebulosa e con la carta da band di nicchia. L’ex duo formato da David Csicsely e Clayton Cushman, al sesto disco con questo “Skadi”, sebbene rientri giocoforza, vista la proposta, in un ambito di non facilissimo ascolto, potrebbe ambire ad una notorietà ben più ampia grazie ad una serie di album di qualità sempre più che rimarchevole, e questa nuova opera non fa eccezione. Forti di un innesto nella line-up (Dave Borrusch e Justin Siegler rispettivamente a basso e chitarre) i ragazzi di Arvada, Colorado, pescano a piene mani dal loro repertorio passato e mettono a frutto la propria esperienza decennale, rimestando in un frullatore tanto le divinità nordeuropee ed il background black metal che le aree desertiche stoner, tutto supportato da un monolitico impianto doom. L’apparato psichedelico questa volta imprime fortemente arie lisergiche settantiane, e in alcuni punti una certa comunanza d’intenti con gente come gli Opeth sembra chiara e dichiarata, come nella già edita “Earthen Shroud”, ma rispetto alle prove precedenti viene qui usata, seppur con parsimonia, con una foga forse anche maggiore nel momento stesso in cui serve. E’ un disco che gira intorno a se stesso, “Skadi”, dà suggerimenti e li ritira quando è il caso, si pronuncia e si rinnova, promette e mantiene le proprie coordinate frutto di ascolti e reminiscenze inaspettate (note di Electric Wizard, di Pink Floyd, di Burzum, di folk rock), e sa generare un agglomerato sonoro che non può lasciare indifferenti. Sebbene vagamente più forzato rispetto alle proposte precedenti (i cinque brani per quaranticinque minuti sono a loro modo grossi, pesanti, di certo bisognosi di attenzione e rispetto) e più concentrato in una specie di concretezza in alcuni punti che non ad un puro fluire artistico e trasognante, un disco del genere dovrebbe essere, a tre mesi dalla sua uscita, oggetto di ben maggiore notorietà. Fatelo vostro se potete.