7.0
- Band: THE FLOWER KINGS
- Durata: 01:11:30
- Disponibile dal: 02/05/2025
- Etichetta:
- Inside Out
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“Love” è il titolo scelto dai The Flower Kings per il loro diciassettesimo studio album, che segue di un paio d’anni il precedente “Look At You Now” e che celebra la forza e la bellezza dell’amore nell’arco di dodici tracce.
Come sempre fortemente ispirato al prog rock dell’epoca d’oro, tra la fine degli anni ’60 e gli inizi dei ’70, il gruppo di Roine Stolt apre con una serie di tracce dal sound molto classico: “We Claim The Moon” è un buon uptempo di apertura, mentre i brani successivi, tra cui ritroviamo la suite “The Elder” e la breve strumentale “World Spinning”, sono molto delicati, soffusi e atmosferici: si tratta di buoni pezzi, che però non sembrano riuscire ad esprimere appieno le qualità espressive della band.
Al contrario dell’album precedente, tuttavia, la tracklist cresce parecchio dopo le prime tracce: già “Burning Both Edges” torna ad incantare maggiormente con gli splendidi fraseggi tra la chitarra di Roine Stolt e il mellotron di Lalle Larson, ma anche con un’efficace ensemble di voci, seguita da “The Rubble”, forse meno prog nelle sonorità e più vicina al r&b, ma davvero accattivante. Superata un’altra breve strumentale, parte un altro bel terzetto di canzoni, in qualche modo accomunate dal fatto di essere dedicate alla speranza e alla possibilità di creare un mondo migliore, ovvero “The Phoenix”, “The Promise” – un pezzo che per certi versi fa pensare un po’ a Bob Dylan, ma con degli azzeccatissimi inserti di fisarmonica – e la bellissima “Love Is”, cangiante e suggestiva, un autentico inno all’amore.
Nel finale della tracklist, si respira qualche atmosfera pinkfloydiana in “Walls Of Shame”, per poi lasciare spazio alla suite conclusiva “Considerations”, impreziosita peraltro da splendidi assoli di chitarra e di hammond.
La vocazione dei The Flower Kings è sempre stata quella di suonare certamente un prog rock molto classico, però, come abbiamo visto, quanto meno negli ultimi anni, Roine Stolt e compagni hanno espresso i risultati migliori quando hanno provato un po’ a svecchiare il sound e a cercare un pizzico di originalità in più. Con album quali “By Royal Decree” e “Look At You Now”, la band sembrava essere tornata più che mai al passato, mentre notiamo che con questo nuovo lavoro il gruppo svedese è riuscito a realizzare un album che non ripudia affatto le sonorità classiche, ma che al tempo stesso riesce a suonare alquanto fresco e attuale.
Diciamo che la prima parte del disco non ci entusiasma particolarmente e, soprattutto, da una traccia di ampio respiro come “The Elder” ci saremmo aspettati qualcosa in più, però, nell’insieme, “Love” è senz’altro un buon album, come sempre impreziosito dalla bravura dei musicisti. A tal proposito, non abbiamo menzionato ancora i protagonisti della sezione ritmica, anche stavolta affidata agli ottimi Michael Stolt al basso e a Mirko DeMaio per la batteria.
The Flower Kings riescono dunque in questo caso a trovare la giusta formula per creare un buon mix e un ottimale equilibrio di tecnica, feeling e qualità compositiva, realizzando così uno tra i loro migliori lavori degli ultimi anni.