7.0
- Band: THE GATHERING
- Durata: 00:48:02
- Disponibile dal: 22/04/2022
- Etichetta:
- Psychonaut Records
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Lo split tra Anneke Van Giersbergen e i The Gathering è uno degli eventi che, in un modo o nell’altro, ha finito per danneggiare tutte le parti in causa. La band, infatti, pur avendo trovato una bravissima cantante come Silje Wergeland e con una produzione sempre di buona qualità, non è riuscita a far accettare il cambiamento ad una grossa fetta del proprio pubblico. E anche Anneke, che pure può contare su un credito quasi infinito agli occhi dei suoi fan, negli anni si è trovata a vagare senza una meta ben precisa, tra collaborazioni di lusso, progetti estemporanei (pensiamo ai Vuur, presentati in pompa magna e defunti dopo un solo album) ed una carriera da cantautrice intimista e malinconica. In questi anni abbiamo avuto spesso occasione di parlare di Anneke, mentre avevamo un po’ perso le tracce dei The Gathering, il cui ultimo album in studio, “Afterwords”, risaliva al 2013. Il quintetto torna, quindi, a proporre nuova musica con questo “Beautiful Distortion”, un album uscito un po’ in sordina e che rischia di passare inosservato nonostante la buona qualità delle composizioni in esso contenute.
Le otto tracce ci mostrano una band ancora viva ed ispirata, consapevole del proprio sound e capace di portarlo avanti con coerenza e senza cadute di tono. I The Gathering rappresentano da sempre un mondo a sè, perfettamente riconoscibile eppure difficile da classificare, e anche “Beautiful Distortion” non fa eccezione. Le nuove canzoni avvolgono in un abbraccio l’ascoltatore, che ritrova quelle sonorità capaci di unire progressive, trip-hop, post rock, alternative, in una miscela sempre misurata e bilanciata. Se il brano di apertura, “In Colour”, ci aveva lasciato non completamente soddisfatti, bastano pochi minuti per far scivolare via la ruggine, con la band che finalmente ingrana in brani come “When We Fall”, “We Rise”, fino all’ottima “Black Is Magnified”, a parere di chi vi scrive il vertice dell’album. C’è anche qualche brano sottotono, che impedisce a “Beautiful Distortion” di risplendere come avremmo sperato, ma il bilancio finale resta comunque assolutamente positivo.
La performance della band è sempre di alto livello, a partire dalla ritrovata sezione ritmica di Hugo Prinsen Geerligs e Hans Rutten, passando per le trame di chitarra di René Rutten, per arrivare alla centralità delle tastiere di Frank Boeijen. Citazione d’obbligo, infine, per la prova di Silje Wergeland, che senza avere a disposizione uno spettro vocale ampio e ricco come quello di Anneke, riesce ad essere sempre credibile, giocando spesso su toni sussurrati, eterei ed evanescenti.
Un gradito ritorno, insomma, che speriamo possa essere un primo passo verso una ripartenza a tutti gli effetti. Se anche voi siete tra coloro che hanno decretato la fine prematura dei The Gathering dopo l’abbandono di Anneke, con questo “Beautiful Distortion” potreste trovare più di una motivazione per andare velocemente a recuperare il tempo perduto.