9.0
- Band: THE GATHERING
- Durata: 00:43:18
- Disponibile dal: 14/03/2003
- Etichetta: Psychonaut Records
- Distributore: Self
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Tentare di classificare i The Gathering è come provare a rinchiudere un tramonto in una sola parola. Impossibile: al massimo lo si può immortalare in uno scatto, fotografandolo, e poi definire questo singolo istante ed immaginare di sapere come potrebbe essere il prossimo. Si può soltanto immaginarlo… perché, se esiste qualche cosa veramente imprevedibile, questa risiede nei nostri cinque olandesi, soprattutto ora che, dopo una dozzina d’anni d’esistenza, hanno attraversato le mode ed i cambi di line-up, le sventure con le case discografiche ed una inevitabile emorragia di fan dovuta sopratutto alla maturazione stilistica che la band ha intrapreso, anche senza l’approvazione di chi li aveva amati fino a pochi anni prima.Quindi, oggi, ci ritroviamo tra le mani (dopo aver avuto un assaggio di quel che sarebbe stato questo sound in “Black Light District”) il primo album della Psychonaut Records, un oggetto che i più disprezzeranno come fosse fumo negli occhi solo perché magari non si ha la voglia di aprire la propria mente a qualcosa che oltrepassa inevitabilmente il piccolo, piccolissimo, mondo che continuiamo ostinatamente a chiamare heavy metal. “Souvenirs” è un album prezioso, intimo come un pensiero fatto a notte fonda nel proprio letto, pregno di suoni anche quando si sfrutta il silenzio intorno al singolo strumento o alla voce, mai così versatile come oggi, di Anneke. “Souvenirs” è un album che inevitabilmente vi sorprenderà se sarete capaci di ‘ascoltare’ ciò che ha da dire e che può far provare, soprattutto in canzoni come “Broken Glass” o “You Learn About It” – quest’ultima particolarmente sognante – che sembrano essere scritte per scendere nell’anima e fare le domande che non avremmo il coraggio di porci da soli e poi lasciarci li, senza trovare una risposta che non sia il semplice tirare avanti. Un album che personalmente considero splendido: c’è solo la necessità di aprire la propria mente, allontanarsi un istante da quella scatola che chiamate metal e aver voglia di qualcosa di unico.