7.0
- Band: THE GHOST INSIDE
- Durata: 00:37:18
- Disponibile dal: 19/04/2024
- Etichetta:
- Epitaph
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Dar seguito a un disco come quello omonimo del 2020 dev’essere stato davvero complicato per i The Ghost Inside, essendo quest’ultimo non solo l’album del ritorno successivo al tragico incidente del 2015, bensì una delle opere migliori mai concepite dalla band, capace di esprimere una vitalità palpabile dopo aver sfiorato la morte e davanti a una carriera pesantemente compromessa.
Questo “Searching for Solace” è un disco di facile lettura per gli affezionati del quintetto di El Segundo, California: per la maggior parte infatti i brani si possono identificare con gli inni hardcore pulsanti ed edificanti che hanno caratterizzato il percorso del gruppo, imbevuti di quell’attitudine positiva di cui i Nostri si sono fatti portabandiera negli ultimi anni.
Stavolta però, complice il lungo e forzato periodo di riflessione imposto dalla pandemia, i The Ghost Inside si avventurano anche in sentieri più melodici, affrontando con i testi l’oscurità che può derivare dalla delicata natura della mente umana: l’esempio più lampante è quello della semiballad “Cityscapes”, dedicata dal frontman al padre scomparso, ma anche “Wash It Away” con i suoi enfatizzati cori melodici. Un’evoluzione che la band ha evitato di giocarsi nel ben accolto ritorno del 2020, e che oggi da un lato è apprezzabile per i contenuti lirici, dall’altro avvicina un po’ il gruppo alla media delle formazioni metalcore che troviamo in circolazione.
Il ruggito di Vigil viene ritrovato in “Split” e “Going Under”, con un finale ancor più incazzato, quasi un fan service agli ascoltatori di vecchia data, in pezzi come “Wrath” e “Reckoning”.
Concludendo, in “Searching…” c’è tutto quello che ci si aspetta da loro, con una nuova palette sonora che per molti potrebbe costituire un passo indietro, ma che il gruppo riesce invece a proporre con quella sincerità che non può far storcere il naso: trasparenza e genuinità sono proprio le qualità migliori della compagine capitanata da Jonathan Virgil, che da sempre riescono a trasmettere sul palco e che ritroviamo nel sesto disco in studio, declinato in pezzi efficaci e chiaroscuri ben definiti. Una certezza.