8.0
- Band: THE GREAT DECEIVER
- Durata: 00:45:00
- Disponibile dal: //2002
- Etichetta:
- Peaceville
- Distributore: Audioglobe
Nati subito dopo lo scioglimento dei seminali At The Gates, i The Great Deceiver (monicker tratto da un brano dei King Crimson) possono essere considerati come il più importante, nonchè il più valido progetto in cui Tomas Lindberg si sia cimentato dal 1995 ad oggi (senza nulla togliere ai grandissimi The Crown, da cui però ha già divorziato per motivi non ancora chiari). La band, che può vantare anche la presenza di Kristian Wahlin (Diabolique e soprattutto Grotesque non vi dicono nulla?) e di Hans Nillson (anch’egli di fama Diabolique ed attualmente in forza ai Dimension Zero), aveva esordito diversi anni orsono con il minicd “Jet Black Art”, lavoro che aveva messo in mostra tutte le qualità della band e le sue immense potenzialità grazie ad un sound che pur distaccandosi nettamente dallo swedish death che aveva reso celebri le menti dietro al progetto, ne recuperava certe melodie per affiancarle ad elementi di stampo dark wave ed hardcore per un risultato finale strabiliante. A nostro parere, tre band sono fondamentali per inquadrare il sound dei The Great Deceiver: Breach, At The Gates e Joy Division. Dai primi i nostri prendono il riffing nervoso e a volte claustrofobico, dai secondi l’irruenza e dagli ultimi le melodie e la struttura dei brani, a volte di breve durata e strutturati secondo la classica forma canzone. Qua e là sono anche udibili dei richiami agli ultimissimi Katatonia, ma si tratta comunque solo di echi, perchè la voce di Tompa, salvo sporadiche escursioni in territori clean, è comunque rimasta quella di sempre, incazzatissima e lacerante, sempre pronta a riportare il sound dei nostri su binari personali e più che mai riconoscibili. Suggestivi inoltre i campionamenti e i loops che, pur essendo spesso relegati in sottofondo, vanno ad arricchire le trame chitarristiche e fanno in modo che il tessuto sonoro non risulti eccessivamente povero anche nei passaggi più ignoranti. Parlando di brani, davvero notevoli l’iniziale “Pierced” e “Poisoned Chalice”, sicuramente i brani più rappresentativi di “A Venom Well Designed” mentre “After Us The Flood” e “Enter The Martyrs” mostrano il lato più essenziale e in your face della band. Un graditissimo ritorno quindi, che contribuirà, insieme al potentissimo “Crowned In Terror” dei The Crown, a rilanciare definitivamente la figura di Tomas Lindberg all’interno del panorama musicale estremo internazionale dopo qualche anno passato un po’ in disparte e lontano dalle luci della ribalta. Ora non ci resta altro da fare che aspettare ansiosamente il secondo full-length, perchè il capolavoro definitivo pare davvero dietro l’angolo.