THE HAARP MACHINE – Disclosure

Pubblicato il 12/11/2012 da
voto
7.0
  • Band: THE HAARP MACHINE
  • Durata: 00:33:10
  • Disponibile dal: 15/10/2012
  • Etichetta:
  • Sumerian Records

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I The Haarp Machine nascono nella stanza di Al Mu’min nel 2007. Il giovane chitarrista ha creato il progetto per estrinsecare le sue idee musicali e trasmettere quella che è la sua visione del mondo, avvalendosi della misteriosità del moniker, complesso e arcano marchingegno per ricerche ionosferiche e radiocomunicazioni. Circondandosi, pian piano, di fidati compagni, dopo innumerevoli cambi di line-up la band riesce a dare alla luce quello che è il suo primo prodotto, “Disclosure”, sotto l’ala protettrice della Sumerian Records. Quella che è stata la pazienza, la tenacia e la determinazione del leader Abdullah Mu’min è uno dei principali meriti della precisione di ogni singola nota e di ogni singolo arrangiamento di questo “Disclosure”. Sì, dobbiamo dirlo, questo disco sviscera quella che è la “tipica”, per modo di dire, concezione del progressive moderno, che nasce dalla camera da letto, più che dai palchi, introducendo strumenti tipici del medio Oriente (suona, oltre a chitarre, koto e sitar) e in più quelle che sono liriche sulla condizione socioculturale ed economica del mondo odierno, tema molto caro al fondatore. Certo non si sta parlando di Lévi-Strauss musicato, nemmeno di  Foucault, ma di quello che viene considerato tech metal, e se nel campo lirico si riscontra una certa pretenziosità nel campo musicale questa viene invece messa al servizio dei brani, senza mai scadere nell’ipertecnicismo fine a se stesso, trappola mortale per la maggior parte di chi si cimenta in questo genere. “Disclosure” è ricco di parti melodiche di chitarra, ritmiche articolatissime, vocals preziosissime, merito del vocalist Michael Semesky (già nei Vestascension) e della sua modulazione vocale, che si snoda da quelle che sono i più consueti growl e delle bellissime clean vocals. L’architettura ritmica della batteria è precisa ed incisiva, e un basso seminascosto sostiene queste articolazioni, gli strumenti suonati da Mu’min circondano ottimamente le impalcature dei brani. Manca però quello che fa fare il salto di qualità alla band, i cosiddetti “hooks”, nonostante tutti i brani siano importanti nell’economia dei trentatré minuti di “Discosure”, non ce n’è uno in particolare che catturi veramente l’ascoltatore, che gli permetta di tornare indietro e riascoltare più volte quella traccia. Questo è un ottimo debut album e questa band ha grandissime potenzialità. Sicuramente da tenere sott’occhio.

TRACKLIST

  1. Esoteric Agenda
  2. Lower The Populace
  3. Pleiadian Keys
  4. From Vanity to Utility
  5. Disclosure
  6. The Escapist Notion
  7. Extension to One
  8. Machine Over
1 commento
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