5.0
- Band: THE HAUNTED
- Durata: 00:46:00
- Disponibile dal: 18/10/2004
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: Self
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I The Haunted sono in caduta libera. Non è assolutamente ammissibile che un gruppo composto da musicisti di tale esperienza si presenti all’appuntamento con il quarto disco con un lavoro così poco ispirato, grintoso ed emozionante. Già “One Kill Wonder” aveva lasciato alquanto a desiderare – un disco che poteva venir composto magari non da qualsiasi gruppo thrash ma quasi – ma con “rEVOLVEr” i The Haunted hanno raggiunto livelli di scontatezza davvero allucinanti! Il ritorno di Peter Dolving, primo singer della band, non è purtroppo coinciso con un totale ritorno alle sonorità e alla qualità dell’omonimo debut album, l’indiscusso masterpiece del quintetto svedese. Peter si dimostra senz’altro più dinamico e versatile del suo vecchio sostituto Marco Aro, farcendo addirittura alcuni pezzi con delle puntate in pulito decisamente interessanti, ma è proprio la musica a non concedere sussulti, a rivelarsi non all’altezza dei nomi di questi musicisti. A dispetto del titolo, il quintetto questa volta non ha deciso di operare grossi cambiamenti – anche se una certa voglia di sperimentare la si può trovare nelle succitate vocals e in alcune strutture molto semplificate, quasi di impronta rock – ma qui mancano in maniera incredibile grinta ed ispirazione, componenti semplicemente essenziali a prescindere dalla direzione stilistica, una cosa che non porta la musica dei The Haunted veramente da nessuna parte! I The Haunted di “rEVOLVEr” quando vogliono fare i cattivi sfornano thrash song sì sparate ma anche notevolmente ordinarie (discrete comunque “No Compromise”, “99”, “Sabotage” e “Nothing Right”), poi, quando vogliono essere catchy, si dimenticano dei riff e mettono in mostra un gusto melodico indecente (a chi mai resteranno in mente “Abysmal” o “All Against All”?) e infine, quando vogliono mischiare i due stili, mandano tutti a dormire con quella sintesi della noia che risponde al nome di “My Shadow” (pezzo persino più palloso della vecchia “Shadow World”!). In pratica non poteva esserci modo peggiore per la band di inaugurare il nuovo contratto con la Century Media! Certamente poi si potrà parlare della produzione – curatissima – o dell’artwork – molto accattivante – ma non è proprio il caso di lasciarsi impressionare da queste cose. Spiace dirlo, ma se i The Haunted oggi incidono per una delle label più potenti del settore e girano il mondo in tour è solo perché sono capitanati da Anders e Jonas Bjorler, ovvero le menti dei compianti At The Gates. Questa band non ha più nulla da dire e per capirlo non serve che siate dei profondi conoscitori del genere thrash-death. Basta paragonare questo ridicolo album agli ultimi lavori di In-Quest, Node, Cataract, Scarve, Hatesphere, Shadows Fall o Textures (ma chissà quanti ne stiamo dimenticando!). In questi dischi, più o meno accostabili a quello in questione, si trovano vagonate di soluzioni brillanti o quanto meno canzoni divertenti, in “rEVOLVEr” riff che suonavano scontati dieci anni fa uniti a delle melodie tra le più brutte mai partorite da una band svedese. Nient’altro da aggiungere: disco moscio e stra-noioso… non fatevi ingannare dal nome del gruppo, evitatelo e premiate le ben più valide formazioni che Metalitalia.com vi ha segnalato in tutto questo tempo!