THE HAUNTED – VERSUS

Pubblicato il 25/09/2008 da
voto
7.5
  • Band: THE HAUNTED
  • Durata: 00:38:07
  • Disponibile dal: 19/09/2008
  • Etichetta:
  • Century Media Records
  • Distributore: EMI

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Il compito era duro: i cinque, una volta conosciuti come gli Slayer della Svezia, dovevano far dimenticare “The Dead Eye”. Nonostante la reunion degli At The Gates, con i conseguenti impegni dal vivo, i The Haunted hanno scritto un album che fa risalire la china alla band: un bel macigno, questo “Versus”. Anzitutto il suono: la produzione, affidata a  Tue Madsen, lo ha rinvigorito rispetto a quello freddo e moscio del precedente album e quindi l’ottimo lavoro degli strumentisti viene esaltato, specie il lavoro del basso, in primo piano a dare sostanza. Togliete quindi “The Dead Eye” dalla vostra mente, quest’album riporta la band sui livelli di potenza e vigoria di un tempo. “Moronic Colossus” apre le danze sotto forma di una cascata di riff uno più graffiante dell’altro, Peter Dolving urla incisivamente sul brano portabandiera di “Versus”. Dopo l’apertura tritaossa, la tracklist riserva momenti più calmi e melodici: è il caso di “Pieces”, del refrain orecchiabile, di “Trenches”, ma anche di “Ceremony”, che gioca sul contrasto melodia-aggressività. Straordinaria l’opera dei chitarristi su questo brano, pura maestria, così come quello del Jensen batterista, mai banale e autore di ottime soluzioni stilistiche. “Skuld”, due minuti di intermezzo che salterete a pie’ pari, introduce al gran finale: “Crusher” è canzone veloce e thrash metal come ai bei tempi, dove non c’è spazio per melodia, ma soltanto per un assolo di chitarra su un ritmo di batteria che pesta duro fino al finale da pogo. “Rivers Run” fa riprendere il fiato, è cadenzata, dolce, Dolving dimostra di migliorare di album in album le sue linee melodiche, e molto bella è la parte centrale del brano. Stesso dicasi per “Iron Mask”, che precede i colpi di batteria che introducono “Faultline”. Si capisce che di lì a poco si scatenerà la violenza, e cosi è: straordinaria la sequenza centrale che fa da preludio ai due minuti finali sparati a mille, roba da Slayer che mette i brividi. “Imperial Death March” chiude il disco nella sua mastodontica parte di sei corde, con un ritmo lento e chitarre avvolgenti che di sicuro chiuderà tutti i concerti. “Versus” (che in edizione limitata esce con un Cd con altre quattro nuove composizioni) è tetragono, è l’evoluzione del thrash metal moderno nella sua migliore forma, senza sconfinare troppo nella melodia, mantenendo l’impronta chitarristica di una volta. L’album si chiama “contro”… ma molti saranno a favore, vedrete.

TRACKLIST

  1. Moronic Colossus
  2. Pieces
  3. Little Cage
  4. Trenches
  5. Ceremony
  6. Skuld
  7. Crusher
  8. Rivers Run
  9. Iron Mask
  10. Faultline
  11. Imperial Death March
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