THE HELLACOPTERS – Overdriver

Pubblicato il 23/01/2025 da
voto
7.5
  • Band: THE HELLACOPTERS
  • Durata: 00:40:01
  • Disponibile dal: 31/01/2025
  • Etichetta:
  • Nuclear Blast

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Come cantavano i più grandi musicisti degli anni Novanta secondo un revival tutto italiano, “il tempo passa per tutti lo sai”, ed è passato anche per Nicke Andersson e compagine, sembrerebbe.
I fasti incendiari di un tempo, pur non sopiti del tutto, hanno dovuto lasciare il posto ad un rock più maturo, figlio di quelli che sono i ritmi dei suoi autori, non senza qualche melodia che ricorda più Springsteen, gli W.A.S.P., i Kiss di “Dinasty”, gli Who, ma anche Thin Lizzy o i sempre citati MC5 – vedi “(I Don’t Wanna Be) Just A Memory”, “Doomsday Daydream”, “Do You Feel Normal” – che non tutto il carrozzone scandinavo derivato dal punk che proprio gli Hellacopters hanno capeggiato per anni; che poi i nomi su citati siano sempre stati in qualche maniera all’interno di questo genere, è allo stesso tempo ugualmente vero.
Certo, probabilmente il disco non sarebbe venuto fuori così se Dregen non avesse ancora problemi a suonare la chitarra a causa di una frattura alla mano; in sua assenza quest’anima meno arrembante ha avuto probabilmente la strada spianata, ma dobbiamo dire che non siamo assolutamente di fronte ad un disco scadente o banalmente stanco, anzi.
Il ritmo è sempre ben sostenuto, “Faraway Looks” corre veloce e non senza una certa malinconia, la grintosa “Token Apologies” sembra uscita da “By The Grace Of God”, e “Don’t Let Me Bring You Down” è quasi marziale nel suo ritornello in cui una chitarra acida si insinua in una melodia capace di rimanere stampata in testa.
Ancora più che nel precedente “Eye Of Oblivion” (che nel suo complesso resta migliore di questo “Overdriver”, diciamolo), però, si vuole evitare di giocare a scimmiottare se stessi con vent’anni di più sulle spalle: si cerca qualcos’altro, si va a interloquire con gli ascolti di sempre (i citati Kiss, ma si gioca in generale con gli anni Settanta e con l’hard rock, come con “Wrong Face On” o con le arie elegiache di “Coming Down”), viaggiando a giri alternati.
Anche questo disco, come il precedente, sembra nettamente diviso in due parti, la prima delle quali forse più varia e ‘classicamente’ Hellacopters, la seconda più trasognata, nostalgica, apparentemente meno esaltante ma allo stesso tempo maggiormente intensa, grazie a canzoni come “The Stench” o “Leave A Mark”, con un velo di mestizia che aleggia sulle varie composizioni.
Ammettiamo che questo lavoro ci ha lasciati, ad un primo ascolto, un po’ freddini: ci era sembrato un po’ timido, suonato più per se stessi che per dire qualcosa ad altri, giusto per “fare uscire qualcosa”; eppure sono bastati pochi giri sul lettore per essere smentiti, finendo avviluppati nella capacità degli svedesi di scrivere mini-inni rock, anche (apparentemente) semplici, magari non sempre rivoluzionari, ma di sicuro catchy e figli delle molte esperienze dei musicisti.
Potremmo dire che, esattamente come i suoi autori (e molti ascoltatori della band), “Overdriver” non rappresenta quell’adolescente esagitato che non vede l’ora di mettersi in mostra facendo rumore e suonando ai cento all’ora – quello non lo è più da un po’, del resto –  ma rispecchia di più un uomo cresciuto, che sa molto bene come esprimere decenni di dedizione al rock and roll e alla musica in generale, che va ascoltato con un po’ più di attenzione perché si comprenda esattamente cosa ci voglia comunicare.
L’approccio di base, insomma, è sì quello a cui ci hanno abituato, ma abbiamo a che fare con degli Hellacopters più riflessivi – soprattutto nella seconda metà dell’album –  non però per questo stanchi o disillusi, bensì consci del proprio stato e della propria forma e, probabilmente, all’inizio di un nuovo capitolo della propria carriera.
Vedremo cosa succederà quando rientra Dregen; intanto, anche così, un ottimo ritorno.

TRACKLIST

  1. Token Apologies
  2. Don’t Let Me Bring You Down
  3. (I Don’t Wanna Be) Just A Memory
  4. Wrong Face On
  5. Soldier On
  6. Doomsday Daydreams
  7. Faraway Looks
  8. Coming Down
  9. Do You Feel Normal
  10. The Stench
  11. Leave A Mark
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