THE MON – Doppelleben

Pubblicato il 18/11/2018 da
voto
7.0
  • Band: THE MON
  • Durata: 00:42:40
  • Disponibile dal: 08/11/2018
  • Etichetta:
  • Supernaturalcat
  • Distributore: Goodfellas

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Conosciuto per il suo ruolo di cantante e bassista negli Ufomammut, Urlo approda al primo disco solista, in cui confluiscono emozioni più intime e meno fragorose di quelle della band madre. Un’opera molto personale e introspettiva, che ha connessioni con gli Ufomammut principalmente per alcune similitudini nel maneggiare le frequenze, nel modo in cui avvolgenti arazzi sonori tremulano all’orecchio, come sospinti da un’elettrica brezza. All’atto finale, però, siamo in presenza di una tracklist che abbandona quasi totalmente le sembianze sludge-doom, tenendosi invece piuttosto stretta i filamentosi e ondivaghi movimenti del drone. I quali, intrecciandosi a sintetizzatori camaleontici e cangianti, si convogliano in un flusso carico di tensione, ombroso, sottilmente minaccioso quale si converrebbe alla colonna sonora di un thriller. Non è un caso allora che si citino fra le influenze manifeste numi tutelari delle soundtrack, nella fattispecie John Carpenter e Angelo Badalamenti, il cui potere di suscitare angosce, mettere alle strette con poche, raggelanti, combinazioni di suoni, si staglia principescamente in “Doppelleben”. I brividi corrono sgattaloiando sulla pelle, a passo calmo e ripetitivo, quasi strozzando il respiro di chi ascolta.
Ricorrendo ben poco alla voce – ma quando accade, in sussurri e flebili nenie, il risultato è notevole – Urlo ci fa barcollare in un mondo spogliato di vita, desolato, densamente notturno. Il battito ciclico e pulsante dell’industrial – i Nine Inch Nails sono pure loro chiamati a punto di riferimento – mette in ritmo le nostre paure, ci fa prendere familiarità con esse e intrappola in luoghi abbandonati. Sia in senso che fisico che mentale. “Doppelleben” potrebbe essere il commento sonoro di una peregrinazione in una delle tante città fantasma disseminate per il nostro paese, dove il tempo si è fermato e l’immaginazione può correre, ipotizzando che strani esseri possano celarsi dietro ogni porta, anfratto, stretto vicolo. Ma anche nei meandri della psiche, che anche nei suoi stati di quiete può occultare minacce tremende. Le prime due tracce, “Hedy Lamarr” e “Salvator Mundi”, fungono quasi da introduzione, da “Hate One I Hate” le cadenze si fanno più opprimenti, una spessa nebbia ci avvolge e ci conduce a un intensificarsi di stimolazioni sensoriali, che si acuiscono nelle loro manifestazioni da una traccia alla successiva. Nel suo spettrale minimalismo, “Doppelleben” rappresenta il rovescio della medaglia del gigantismo roboante degli Ufomammut, un viaggio dentro e intorno a se stessi che porta al raccoglimento e alla riflessione. Ascolto dovuto per tutti gli amanti della musica d’atmosfera tinta di grigio e nero.

TRACKLIST

  1. Hedy Lamarr
  2. Salvator Mundi
  3. Hate One I Hate
  4. Blut
  5. Relics
  6. Soulloop
  7. Her
  8. Doppelleben
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