7.5
- Band: THE NIGHT ETERNAL
- Durata: 00:42:28
- Disponibile dal: 14/07/2023
- Etichetta:
- Ván Records
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Quando si parla di ‘gotico tedesco’, la prima cosa che verrebbe da pensare è lo stile architettonico che prese piede fra il 1000 e il 1200, influenzato da quello francese. Facendo un salto in avanti di qualche centinaio d’anni e cambiando settore culturale, però, arriviamo alla musica e in particolare al quintetto di Essen che risponde al nome di The Night Eternal, alla seconda prova in studio con questo “Fatale”, dopo il debut “Moonlit Cross” uscito nel 2021.
Ed è proprio odore di cattedrali e antichi sepolcri a rendere questo disco una piccola gemma, davvero interessante per tutti coloro che sono rimasti delusi da “Wish To Leave” dei Lunar Shadow, o che nel frattempo hanno scoperto con gioia le atmosfere malinconiche e fataliste degli Unto Others.
Il combo è infatti dedito a un trasognante heavy sporcato di atmosfere dark e gotiche, fin dalla prima “In Tartarus” che ha dalla sua un riffing capace di catapultarci in una storia horror e una batteria che ricorda il meglio della dark wave di ottantiana memoria.
A funzionare benissimo nell’intero lavoro non sono elementi isolati: l’intera band è evidentemente guidata da una ispirazione passata sui libri di Lovecraft e sulle storie di fantasmi e occultismo ottocentesche. Il singolo “Prince Of Darkness” – forse il pezzo più mainstream, in grado di ricordarci alla lontana un certo gruppo di vampiri di Arvika – retto dalla vociona baritonale di Ricardo, non è che l’anticamera di un crescendo oscuro che fra cori, riff anni Ottanta e racconti, culmina in “Stars Guide My Way”, che a nostro parere è la canzone più epica del lotto.
Le chitarre di Rob e Henry, rispettivamente solista e ritmica, ricordano infatti non solo un’epoca in cui dire ‘gotico’ non era solo richiamare un modo di vestire, ma anche qualche riff rubato qua e là all’epic metal più malinconico e quasi progressivo. La batteria asciutta di Aleister Präkelt e il basso oscuro di Jones Nühlen sorreggono una gabbia sonora costruita in modo certosino, come si evince dalla struttura di “Run With The Wolves” e dalla carica di “Prometheus Unbound”, che lasciano anche spazio ad assoli, riprese del ritornello, parte acustiche e narrazioni da parte della voce.
Dopo l’intermezzo strumentale di “The Requiem”, a chiudere le danze c’è l’incedere da marcia di “Between The Wolds”, che dopo un po’ si lascia andare in un bellissimo pezzo heavy d’annata, ma sempre ammorbidito dalla voce profonda e dai cori sovraincisi che vanno ad accompagnarci nella chiusura di questo percorso fatto di architetture spigolose e torvi gargoyle.
Prima che vi venga in mente che i The Night Eternal possano essere una fotocopia di altre band sgombriamo il campo da dubbi: siamo abbastanza vicini a quei lidi, ma molto lontani come narrazione, una retta ideale che viaggia – come già detto – fra la Svezia dei Tribulation e l’Oregon degli Unto Others. Il songwriting di questi cinque ragazzi tedeschi è ricco di citazionismo, con una produzione sporca abbastanza da avvicinarci a una cripta e delle soluzioni compositive che invece ci portano ad una epica caccia di spettri fra le guglie delle cattedrali. Una bellissima sorpresa, in bilico fra buio e luce, che vale davvero la pena ascoltare.