7.5
- Band: THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA
- Durata: 00:51:28
- Disponibile dal: 03/09/2021
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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“Ma come fanno?”: è questa la domanda che sorge spontanea ascoltando il sesto disco della band più improbabile di sempre, ancora una volta patinato e laccatissimo, ancora una volta semplicemente irresistibile. Nati dalla noia di lunghi viaggi in tour, i The Night Flight Orchestra sono diventati col tempo molto più che un semplice passatempo per alcuni componenti di Soilwork, Spiritual Beggars e Arch Enemy, arrivando ad oggi con praticamente una media di un disco all’anno senza (quasi) mai cedimenti o passi falsi, inanellando veri e propri gioiellini di nostalgia ed energia da vendere.
Il presente “Aeromantic II” continua – per nome ed intenti – il discorso cominciato appunto un anno fa e, forse complice l’impossibilità di andare in tour, ci regala ancora una volta cinquantuno minuti di hard rock frizzantino a base di ritornelli da cantare a squarciagola (sappiamo che lo farete anche voi), ritmi danzerecci e soap opera ad alta quota; il tutto condito dalla solita, amabile salsa di anni Ottanta e glitter (“Moonlit Skies”), marcata dalle tastiere ancora più in primo piano (fin dall’iniziale “Violent Indigo”) ad opera del neoarrivato John Lönnmayr, capace di affermarsi tanto nel processo di composizione che negli arrangiamenti. Proprio le atmosfere AOR un po’ più rilassate ed assorte di brani come “How Long” o “I Will Try” (ammiccante nel trio di basso/batteria/tastiere a “Hold The Line” dei Toto) ricordano i passati “Internal Affairs” o il bellissimo “Amber Galactic”, riproponendone i concetti di base senza però ripetersi o annoiare.
Che sia il galoppo furioso di “White Jeans” ed il suo omaggio alla comunità LGBTQIA+, i lontani richiami ai Boney M. di “Rasputin” (arrivando – perchè no? – addirittura ai Dschinghis Khan di “Moskau”) in “You Belong To The Night”, i toni caldi di “Midnight Marvelous” o l’andamento saltellante e senza respiro di “Burn For Me”, questo lavoro conquista sin dal primo passaggio in cuffia – anche se necessita di almeno qualche altro ascolto per sprigionare le proprie piene potenzialità; magari non sarà un fuoco d’artificio impetuoso come alcuni dei capitoli passati e controluce si nota qualche lieve macchia opaca sulla cromatura scintillante, eppure bastano tormentoni come la doppietta “Chardonnay Nights” ed “Amber Through a Window” (con quei riff portanti così dannatamente anniottantiani da renderla indimenticabile), carichi del giusto mix di groove azzeccato, coretti irresistibili a cura delle due scintillanti ‘Airline Annas’ e mancanza di sobrietà, per scavalcare il primo “Aeromantic” e far dimenare anche i fianchi più ingessati – o creare quegli improbabili trenini che si vedono solo ai loro concerti. I The Night Flight Orchestra nascono a mo’ di scommessa goliardica su cui nessuno avrebbe mai puntato: ed invece dopo quattordici anni Capitan Björn ‘Speed’ Strid e la sua flying crew (che conta tra le proprie file Sharlee D’Angelo al basso e David Andersson, compagno di Strid nei Soilwork) continuano a garantire un servizio di linea sicuro ed impeccabile all’interno della flotta Nuclear Blast, fondato su un’elettrica (auto)ironia venata di kitsch e tanta voglia di divertirsi e far divertire.
Da qui la domanda iniziale: come fanno musicisti tanto impegnati su altri fronti a portare avanti un side-project del genere, mantenendosi comunque su livelli qualitativi così alti? Non lo sappiamo, ma forse non non è neanche così importante: sono l’equipaggio migliore di sempre per un volo senza pensieri verso orizzonti che sanno di tramonti patinati e mitizzazioni disco-vintage.