9.0
- Band: THE NIGHT FLIGHT ORCHESTRA
- Durata: 00:50:15
- Disponibile dal: 19/05/2017
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Giunti al terzo capitolo in studio, i The Night Flight Orchestra non possono più essere definiti, in modo erroneo e sbrigativo, come un semplice progetto collaterale ideato quasi per gioco un paio di lustri fa dal leader dei Soilwork Björn Strid e dal chitarrista David Andersson. Dopo aver rilasciato qualche anno or sono i ben più che interessanti “Internal Affairs” e “Skyline Whispers”, per la piccola ma combattiva Coroner Records, finalmente i Nostri possono ambire ad ottenere una visibilità decisamente più ampia, grazie al deal siglato con l’imponente Nuclear Blast. Motivati da una smodata passione in comune nei confronti dell’hard rock cromato degli anni Ottanta, i sei protagonisti azionano la macchina del tempo catapultandoci in una dimensione parallela, caratterizzata da vasti paesaggi ipertecnologici illuminati a giorno da un imponente fascio di luci fluorescenti. Affrescato da una copertina da urlo, meritevole di rievocare le medesime sensazioni provate durante la scoperta dei remoti Personal Computer e dei primissimi videogiochi, “Amber Galactic” palesa dieci potenziali hit single, valorizzati da una cura maniacale per gli arrangiamenti e da una capacità di scrittura oggettivamente sbalorditiva. Una cangiante ed irresistibile miscela sonora composta da rock, metal, pop, funk, synthwave e disco music crea un costante stato di febbrile eccitazione sin dalle prime note orchestrata dalla ‘progressiva’ “Midnight Flyer”: un magniloquente tour de force che, di fatto, non avrebbe sfigurato nel futuristico “Somewhere In Time” degli Iron Maiden, raggiungendo il suo apice all’altezza di un turbinante assolo di synth. I Toto fanno capolino all’altezza della solenne “Josephine” e della conturbante “Domino”, una sorta di “Georgy Porgy” versione 2.0, dalla quale si materializza un caleidoscopico mosaico di purissimo AOR, puntellato dall’avvolgente groove scolpito dalle quattro corde di Sharlee D’Angelo (Mercyful Fate, Arch Enemy, Spiritual Beggars e mille altri). Il solare midtempo “Jennie” è caratterizzato da un elegante costrutto sonoro ricamato sui tasti d’avorio da Richard Larsson, che rievoca con assoluta grazia i leggendari Supetramp di “Breakfast In America”. L’irresistibile “Star Of Rio” invece spedisce i The Hellacopters in un’ipotetica missione segreta a Coney Island, durante le riprese dell’epocale lungometraggio “I Guerrieri Della Notte”. Avviamo i motori della nostra navicella spaziale con “Gemini”, mediante la quale compiamo un anfetaminico viaggio intergalattico ricco di tensione ed imprevisti, durante il quale l’istrionico Strid palesa tutta la sua enfasi interpretativa al microfono. Con l’altisonante epilogo “Saturn In Velvet” giungiamo al capolinea di un avventura memorabile, non prima di venir travolti da un lussuoso tappeto di archi sintetizzati, che trasformano una remota stazione spaziale in una delirante pista da ballo. Immaginifici alieni, eroi immortali dei cartoni animati giapponesi, danzano all’unisono con i KISS del celebre “Dynasty” sotto l’occhio vigile e compiaciuto della divina Donna Summer. Scroscianti applausi da spellarsi le mani.