THE OBSESSED – Gilded Sorrow

Pubblicato il 13/02/2024 da
voto
7.0
  • Band: THE OBSESSED
  • Durata: 00:36:43
  • Disponibile dal: 16/02/2024
  • Etichetta:
  • Ripple Music

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Il grande irregolare del doom americano regala ancora piccole perle di acida magia. Da tempo accomiatatosi dai Saint Vitus, Scott “Wino” Weinrich porta avanti la sua missione con i The Obsessed e in veste solista. In quest’ultima versione si è rifatto vivo per un tour che ha toccato l’Italia solo poche settimane fa, mentre con quella che ora è la sua band principale va ad interrompere un silenzio discografico di sette anni. “Sacred” nel 2017 andava a sua volta a rispolverare un nome fermo al 1994 e a “The Church Within” sul fronte delle pubblicazioni, mentre era dal 2011 che la macchina aveva ripreso a girare – a intermittenza – con una apprezzabile attività live, confortante per il buon stato di salute mostrato dai musicisti americani.
Quando ci si approccia a un nuovo album dei The Obsessed e in generale all’operato di artisti di questa età, con un vissuto ben preciso e consolidato, non andiamo certamente a caccia della nuova pietra filosofale del doom. Aneliamo piuttosto a consolidate e rassicuranti certezze e con Wino, per quella che è la nostra esperienza, ricevere fregature è raro. “Sacred”, a dire il vero, non ci aveva sfamato adeguatamente, o forse erano leggermente fuori fase le nostre aspettative, fomentate da quanto fatto fino a poco tempo prima nelle fila dei Saint Vitus. Quel disco ci pareva infatti un po’ troppo compassato, dilatato e scarno, anche se riascoltandolo adesso non possiamo affermare che fosse di scarso valore, tutt’altro. Ora è il turno di “Gilded Sorrow” e quel caldo tepore tipico dei suoni classici, quelli che non ti stupiscono ma nemmeno ti deludono, fa capolino puntualmente dopo poche note di “Daughter Of An Echo”, traccia di apertura.
Con l’iniezione di energia e idee portate dai nuovi ingressi di Jason Taylor alla seconda chitarra e Chris Angleberger al basso, i The Obsessed del 2024 sono una band che porta avanti con onestà e orgoglio la sua fumosa, essenziale idea di doom, che nelle mani del riff-maker Wino non è altro che un rock’n’roll pessimista, amaro, acidificato dalle esperienze di vita. E quel che ne consegue sul piano rudemente sonoro, è lo spaccato di un’esistenza in bilico tra eccessi, cattive abitudini, pigra indolenza e musica di pancia e sentimento. Sgraziata e nasale, perfetta per tutto ciò che sa di doom settantiano mischiato a stoner e blues, la voce del cantante originario del Maryland ci traghetta in quel suo reame di emozioni nude e semplici, poco sogno e molta realtà. La realtà, cari doomster. Quella fatta di un chitarrismo inconfondibile nelle sue peregrinazioni, tra rombi e dilatazioni, massicciate di note dal sapore vintage e vaghi addolcimenti, che comprendono qualche punteggiatura di vecchia psichedelia.
Un mondo apparentemente fermo e intonso, che si fa contaminare appena dalla modernità per una veste sonora azzeccata ai tempi e rispettosa dell’identità del gruppo. Un qualcosa che dà spinta e ritmo all’insieme ma non lo fa passare, pericolosamente, per oggetto ‘moderno’. Rispetto al tocco ‘malato’ dei Saint Vitus, la musica dei The Obsessed ha un taglio più rassicurante, è più quadrata e meno inquieta. Si gioca tutta sugli incastri del corposo chitarrismo con una batteria secca e minimale, dal tocco non invadente ma di una sua distintiva personalità. Quel che più conta, le canzoni funzionano, miscelando energia e narcolettico torpore.
Le pennellate d’autore si intensificano quando la melodia sgorga più copiosa, nella dolceamara “Realize A Dream”, oppure nella crepuscolare title-track, che si trascina languidamente indolente su una melodia appassita e una voce emanante sconfitta. Il vecchio, mai domo, respiro sabbathiano è ovviamente fortissimo, Wino ne è sempre stato uno dei migliori interpreti, come ci fa sapere nel torbido zoppicare di “Stoned Back To A Bomb Age”; infine, il suo raccontare assume modi quasi teatrali, misteriosi, durante “Yen Sleep”, avvolgendoci in una coltre di note immaginifiche, con un lento assolo a darci la botta finale.
Come per il suo immediato predecessore, in “Gilded Sorrow” non vi sono guizzi particolari né la sensazione di trovarsi dinnanzi a un disco di caratura superiore: però questo è un album che si ascolta bene, scorre senza intoppi, appaga le richieste di un fan medio della band e dell’operato di Wino. Probabilmente può bastare così.

 

TRACKLIST

  1. Daughter of an Echo
  2. It's Not OK
  3. Realize a Dream
  4. Gilded Sorrow
  5. Stoned Back to the Bomb Age
  6. Wellspring - Dark Sunshine
  7. Jailine
  8. Yen Sleep
  9. Lucky Free Nice Machine
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