voto
7.0
7.0
- Band: THE OCEAN
- Durata: 00:50:42
- Disponibile dal: 13/04/2010
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Lungo e profondo. Ecco due aggettivi che possono ben descrivere questo nuovo album dei The Ocean, prima parte di un concept sul sistema eliocentrico e su una critica del Cristianesimo da diversi punti di vista filosofici. Lungo: dieci tracce per un totale di 50 minuti. Profondo: tanto da partire da dove la seconda parte del precedente "Precambrian" – "Proterozoic" – si era conclusa per poi perdersi tra diverse espressioni di rock e metal, sempre però restando in ambienti altamente atmosferici. La band tedesca in questo nuovo capitolo discografico ha infatti deciso di dare al suo "post" metal un taglio assai più arioso, mettendo da parte le vecchie asprezze di marca Meshuggah e Mastodon in favore di una continua propensione melodica. Potrebbero bastare già i sette minuti e più di "Firmament" a introdurre le nuove intenzioni di Robin Staps e del suo gruppo: le chitarre sono corpose, ma l’andamento è decisamente meno nervoso del solito. Le trame sono "aperte", sorrette da un mood progressive più accentuato che mai, sulle quali si staglia la voce del nuovo arrivato Loic Rossetti, la cui interpretazione si muove su registri puliti per la stra-grande maggioranza del tempo. Ma se in questo ed altri punti "Heliocentric" sembra configurarsi come una versione meno immediata degli ultimi Katatonia – o una più tetra degli Oceansize, dei Thrice, dei Porcupine Tree o persino dei Radiohead – basta andare poco più in là per perdersi di nuovo. Se, ad esempio, in "Ptolemy Was Wrong" troviamo i nostri cimentarsi in una lunga ballad dominata quasi esclusivamente da pianoforte, voce e orchestrazioni, il profondo growling di Rossetti in alcuni frangenti di "Swallowed By The Earth" fa pensare a certi Amorphis. Insomma, il catalogo è vasto, tuttavia non si assiste quasi mai a evidenti sbalzi di umore nel corso del disco: vi è sempre un’ampia musicalità all’interno di ogni traccia… i toni sono rilassati, mai sopra le righe e questo rende a tratti l’ascolto un po’ faticoso, se non altro perchè non sempre le melodie si rivelano indimenticabili. Un disco certamente intenso, che mette in mostra una band assolutamente matura e competente, ma che forse avrebbe potuto rendere maggiormente se arricchito da qualche soluzione più sostenuta e immediata, in modo da far risaltare ancor di più i sofisticati intrecci melodico-orchestrali e i limpidi vocalizzi di Rossetti (come avviene nell’ottima "The Origin Of God"). Un disco che si fa ricordare per la sua grande personalità, ma che non risulta sempre perfetto. D’obbligo comunque aspettare l’arrivo dell’imminente "Anthropocentric" per valutare in maniera accurata e definitiva questa nuova fase dei The Ocean.