6.5
- Band: THE ORDER OF APOLLYON
- Durata: 00:45:24
- Disponibile dal: 26/10/2018
- Etichetta:
- Agonia Records
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Terzo giro di boa per i The Order of Apollyon, progetto guidato dall’ex Aborted Sébastien Tuvi e formato da alcuni elementi di spicco della scena black metal transalpina come Sylvain Butet (Arkhon Infaustus, Temple of Baal) e Saroth (Hell Militia, ex Antaeus). Una band la cui esperienza in materia di sonorità nere e diaboliche non può ovviamente essere messa in discussione, ma che anche nel 2018 – forte di un contratto con la sempre più lanciata Agonia Records – non sembra essere in grado di metterne lucidamente a fuoco le prerogative, imbastendo un sound tanto privo di passi falsi quanto di guizzi compositivi che esaltino il curriculum dei suddetti musicisti. Così, dopo aver flirtato con il black/death di scuola polacca nei precedenti “The Flesh” (2010) e “The Sword and the Dagger” (2015), i Nostri decidono di spostarsi su lidi più ipnotici e apocalittici con i medesimi risultati, per una serie di composizioni ondeggianti tra il puro e semplice impatto e altri in cui ripetizioni e strati di melodia imbastiscono un’atmosfera liturgica tipica di quelle realtà nate sulla scia dei maestri Deathspell Omega. Soprassedendo su una produzione oltremodo fredda e meccanica, specie per quanto concerne i suoni di batteria, è come se la tracklist di “Moriah” non si spingesse mai oltre una certa soglia di appagamento, dando l’impressione che sul più bello (vedasi i numerosi crescendo strumentali) il quartetto decidesse di allentare la presa anziché assestare il colpo del definitivo KO. I buoni brani ovviamente non mancano (“Grey Father”, “Trident of Flesh”), e nel complesso non si può certo dire che l’opera risulti raffazzonata, ma arrivati a questo punto sarebbe stato lecito aspettarsi uno sforzo maggiore.