7.5
- Band: THE OSSUARY
- Durata: 00:41:53
- Disponibile dal: 17/02/2017
- Etichetta:
- Supreme Chaos Records
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Dietro ad un disco come “Post Mortem Blues” si potrebbe tranquillamente pensare di trovarsi di fronte al lavoro d’esordio di una band americana, invece i The Ossuary sono una formazione tricolore nata a Bari due anni fa. Dopo un paio di promo, questi talentuosi musicisti approdano alla corte della Supreme Chaos Records, con cui i nostri pubblicano un debutto davvero molto interessante. “Black Curse” inizia proponendo ritmiche granitiche, prima che “Witch Fire” mostri un approccio più hard rock. Bastano le prime note di “Blood On the Hills” per inquadrare la proposta musicale della band, un hard rock di derivazione settantiana impreziosito da sonorità doom e stoner. Questo pezzo infatti può ricordare la proposta di band come Clutch, mentre la successiva “Graves Underwater” rallenta la velocità d’esecuzione, i riff di chiara matrice doom si presentano come un tributo a formazioni come Graveyard e Black Sabbath. La title track aggiunge ancora nuovi dettagli, in particolare l’amore dei The Ossuary nei confronti dei Deep Purple che esplode nel melodico e maestoso ritornello. Il chitarrista Domenico Mele offre una buona performance, riff e melodie provengono da anni di ascolto di Maiden e Wishbone Ash, qui al servizio della musica della sua band. Altrettanto valido “The Crowing Stone”, pezzo dalle tinte stoner doom in cui spicca il cantato solido e diretto di Stefano Fiore. Nella parte finale del disco troviamo la lunga “Evil Chums”, nove minuti abbondanti in cui il quartetto barese dà sfogo a tutte le sue influenze musicali racchiudendole in una pesante e granitica canzone. La produzione di “Post Mortem Blues” valorizza ulteriormente i pezzi della formazione tricolore, il tocco acido delle chitarre calza a pennello e tutti gli strumenti vengono valorizzati a dovere. I The Ossuary hanno realizzato un debutto pieno di spunti, di buone idee e suonato in modo impeccabile. Fa sempre piacere scoprire un gruppo italiano in grado di competere con i colleghi internazionali senza timore, basta cercare all’interno della nostra scena per trovare musica di alto livello. Questi ragazzi vanno supportati, “Post Mortem Blues” non può mancare nella discografia degli appassionati dell’old school rock e metal.