7.0
- Band: THE POODLES
- Durata: 00:42:45
- Disponibile dal: 28/10/2007
- Etichetta:
- AFM Records
- Distributore: Audioglobe
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I The Poodles (letteralmente ‘I Barboncini’) vengono direttamente dalla fredda Svezia e ci propongono con il nuovo di zecca “Sweet Trade” un hard ‘n’ heavy di primissima scelta, tanto melodico quanto potente. Un enjoyment duro e puro, un ottimo modo per passare del tempo in modo spensierato e fottutamente fico. I primi risultati erano arrivati col precedente “Metal Will Stand Tall” e qualche testa era già saltata, tanto da convincere la lungimirante AFM records a concedere ai Nostri la possibilità di sferrare l’ultimo attacco. Su “Sweet Trade” non troverete riempitivi, né tantomeno pezzi mollaccioni da quattro soldi, perché i quattro fanno sul serio, su tutti lo strepitoso Jakob Samuel, cantante di razza la cui voce eccelle in potenza ed espressività. Una sorta di incontro virtuale tra Rob Halford, Eric Adams, Joey Tempest e Sebastian Bach: quattro voci diverse accomunate dalla classe e dalla riconoscibilità immediata. L’ugola vibra sulle note della anthemica “Flesh And Blood”, della bellissima “Streets Of Fire” (i Twisted Sister ancora stanno aspettando di scrivere un pezzo così), della catastrofica “Thunderball” (niente a che vedere col classico di Tom Jones). Un sorriso solca il nostro viso all’incedere di “Reach The Sky”, così diretta, “in your face” come dicono gli anglofoni, un termine che mai come in questo caso calza a pennello. Le chitarre di Pontus Norgren ruggiscono, accompagnate magistralmente dalla sezione ritmica di Pontus Egberg e Christian Lundqvist, direttamente dai migliori anni ottanta dell’hard rock. L’accoppiata “We Are One” e “Without You” mette in mostra i sentimenti, senza troppi giri di parole, come si conviene in ogni storia che si possa definire tale: poca prosopopea, tanta semplicità e spontaneità. E già abbiamo capito che quest’album è da acquistare senza troppe storie. La semplicità dell’hard rock di “Heaven’s Closing In” e della secchissima “Kiss Goodbye”, con i suoi cori fottutamente glam rock ci induce a fare mente locale, ad andare a cercare con la mente quei venti Euro nascosti chissà dove per le grandi occasioni. Quando la conclusiva, bonjovi-ana “Shine” si presenta all’appello ecco che ci ritroviamo costretti a fare qualcosa per avere l’album tutto per noi. Il sottoscritto ha letteralmente consumato il CD in questione. Volete privarvi di questo piacere?