9.0
- Band: THE RED CHORD
- Durata: 00:29:40
- Disponibile dal: 19/03/2002
- Etichetta:
- Robotic Empire
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Prendete quattro giovani ragazzi americani cresciuti nel pieno della “Boston Hardcore”, ma con il mito dei Suffocation e del caro, vecchio death metal. Fateli incontrare e cimentare con una scaletta costituita da nove tracce che raccontano storie di ordinaria follia e che per tasso tecnico e inventiva farebbero invidia a gente del calibro dei The Dillinger Escape Plan. Con buona approssimazione otterrete questo “Fused Together In Revolving Doors”… un disco, lo anticipiamo subito, davvero bellissimo. Come altro definire, infatti, la magia nata dall’incontro di questi ragazzi, nati e cresciuti in quella città che, con New York, rappresenta la patria dell’hardcore, ma con un bagaglio di influenze radicato profondamente anche nella scena death metal a stelle e strisce e in quella grindcore. Troppo intense le canzoni, troppo azzeccati gli arrangiamenti, riuscitissimo il bilanciamento tra vecchio e nuovo, con un’abilità speciale nella creazione di strutture complessissime e frenetiche, ma al tempo stesso sempre sufficientemente digeribili. È impossibile elencare al primo ascolto tutti i cambi di tempo e di registro che i The Red Chord sfoggiano in questo loro album di debutto. Troppo cangianti, ma – lo ripetiamo – allo stesso tempo troppo in sintonia tra loro. Si va dai toni urticanti di “Nihilist”, forte di un finale cadenzato degno degli Immolation, al tocco acustico della spiazzante “He Was Stretching, and Then He Climbed Up There”. Dall’approccio iper tecnico e insensatamente violento di “Like A Train Through A Pigeon” – con accelerazioni grind e dinamici stacchi hardcore continuamente alternati – all’apoteosi di tecnica, groove e pura pazzia di “Dreaming In Dog Years”. Passato e presente della musica estrema mano nella mano, per un risultato che mozza il fiato. Probabile che il futuro di certe sonorità passi anche da qui…