7.5
- Band: THE RED CHORD
- Durata: 00:45:53
- Disponibile dal: 20/07/2007
- Etichetta:
- Metal Blade Records
- Distributore: Audioglobe
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Un gruppo in costante evoluzione, quello dei The Red Chord. Ci avevano fatto impazzire con il debut “Fused Together In Revolving Doors” – album in cui grind, death metal e math-core venivano mixati per un risultato finale originalissimo e devastante – avevano ugualmente convinto con il più controllato e groovy “Clients” e ora arrivano al fondamentale appuntamento con il terzo full-length con “Prey For Eyes”, nuovo disco che, ancora una volta, è diverso dal precedente, pur rimanendo alfiere di molti dei trademark del quintetto. È bene dire infatti che i The Red Chord, pur evolvendosi palesemente, non sono cambiati poi così radicalmente dal debut: si può infatti affermare che più che ad inserire elementi nuovi nel loro sound, i nostri in questi anni abbiano puntato a rendere le strutture dei pezzi maggiormente dirette e masticabili. Per intenderci, se agli esordi un riff appariva per dieci secondi in un brano per poi essere affiancato e sostituito da un altro, oggi questo riff ricompare più volte, arrivando spesso a marchiare a fuoco la composizione e a renderla memorizzabile sin dopo pochi ascolti. Oppure va notato come le linee vocali di Guy Kozowyk, pur rimanendo in growl, siano generalmente meno aspre e che quest’ultimo sia piuttosto incline ad inserire veri e propri chorus in alcune delle tracce. Insomma, meno riff, ritmiche più ragionate e molto più groove in questi nuovi pezzi, i quali comunque, il più delle volte, continuano a presentare riff nel classico stile del gruppo e intelaiature abbastanza eccentriche e progressive. Ci sono ovviamente delle eccezioni, come, ad esempio, la lineare e melodica “Send The Death Storm”, il finale (bellissimo!) di “Pray For Eyes”, la sognante strumentale “It Came From Over There” e qualche riff prettamente thrash e heavy qua e là, ma se stavate pensando di trovarvi di fronte ad una band del tutto rinnovata siete sulla strada sbagliata. Di certo qualche fan della prima ora rimarrà spiazzato e forse deluso, ma nonostante non si raggiugano i livelli dei due predecessori (niente effetto sorpresa e songwriting un po’ appannato in un paio di episodi), “Prey For Eyes” rimane un signor disco, fresco ed originale come vuole la tradizione dei The Red Chord. Ascoltatelo senza paraocchi.