6.0
- Band: THE RESISTANCE
- Durata: 00:36:51
- Disponibile dal: 22/01/2016
- Etichetta:
- earMusic
- Distributore: Edel
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Siamo già alla quarta pubblicazione per i The Resistance, a soli tre anni dall’esordio ufficiale con “Rise From Treason”. A dispetto dei problemi personali e della sua lotta con l’alcolismo, Jesper Strömblad non si ferma e con “Coup de Grâce” dà alle stampe il secondo full-length del suo sempre più furente progetto. Con l’ultimo EP “Torture Tactics” avevamo avuto l’impressione che il formato ideale per il gruppo fosse proprio quello del mini-album, visto che dava modo a Strömblad di concentrare tutte le idee migliori in pochi brani, mantenendo alte e costanti l’ispirazione e l’intensità. Su “Coup de Grâce” troviamo invece tredici episodi e con essi tornano a presentarsi i difetti riscontrati sul primo album “Scars”. Di nuovo, non si può certo affermare che la band non sia genuina, ma, a conti fatti, una tracklist tanto corposa va a scontrarsi con la scarsa lucidità e la ripetitività che spesse volte sono alla base del songwriting. I The Resistance vogliono annientare tutto – questo ormai lo abbiamo capito – ma la loro rabbia è talmente cieca da non lasciare spazio per altro: gli svedesi pensano solo a demolire, dimenticandosi che un attacco più ragionato può sovente essere più decisivo e letale. Quelle profonde architetture che il leader era solito comporre ai tempi d’oro degli In Flames sono un ricordo sempre più lontano: la musica dei The Resistance vive di riff e arrangiamenti scarnissimi, di una rozzezza ostentata e di una totale aderenza a formule già ampiamente sfruttate da vari colleghi. Oggettivamente, questa combinazione di Slayer, The Haunted, Hatesphere e Hatebreed è stata interpretata in modi migliori da altri: senza dubbio ogni tanto si sente il brano niente male, ma questo è solitamente seguito da uno del tutto nella norma. Le soluzioni prettamente thrash e hardcore, in particolare, appaiono quasi sempre molto dozzinali; le cose vanno meglio quando i cinque virano su un death metal più affilato, ma anche qui mancano i riff e le melodie davvero memorabili, quelli che tutto sommato potevano essere rintracciati in un altro progetto di Strömblad – i Dimension Zero. A ben vedere, gli stessi The Haunted, con il loro come-back, hanno confezionato un’opera un po’ più completa e dinamica di questo “Coup de Grâce” – cosa ovviamente poco confortante, dato che si sta parlando di un lavoro solo discreto. Strömblad sembra insomma mancare quasi del tutto di freddezza di questi tempi: si respira tanta impulsività nel suo operato, ma ciò purtroppo è di rado sinonimo di bontà ed efficacia.