7.0
- Band: THE RITE
- Durata: 00:26:11
- Disponibile dal: 02/08/2019
- Etichetta:
- Iron Bonehead Prod.
Spotify:
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Parliamo della (ri)stampa su CD e vinile a cura della label tedesca del primo EP a firma The Rite, duo italo-danese composto da A.Th (Black Oath) e Ustumallagam (Denial Of God), uscito lo scorso anno su cassetta per la milanese Unholy Domain Records. Com’è facile intuire per chi conosce le band principali cui sono legati i due musicisti questo progetto si colloca nella sala più buia, umida e polverosa dell’underground estremo, a cavallo tra doom, death e proto-black metal.
Cinque tracce, tra cui una classicissima ma altrettanto godibile intro e una cover, “Acid Orgy”, tratta dal debutto dei seminali Goatlord (quelli statunitensi). Partiamo proprio da quest’ultima, e quindi dalla fine: i Nostri scelgono di giocare in casa con un pezzo del tutto affine alle proprie sonorità, sul quale quindi non viene fatto chissà quale lavoro re-interpretativo, ma che viene in qualche modo attualizzato, nel senso che i suoni guadagnano ampiamente in pesantezza e pienezza, calcando la mano su un’intensità di matrice doom appena accennata sulla versione originale.
Per quanto riguarda i tre brani centrali, l’impressione è positiva: anche se le influenze si avvertono chiaramente non si ha mai la percezione di una band-clone perché il livello di scrittura è buono e ci sono idee non originali ma godibilissime. Una critica a quello che resta un debutto interessante la possiamo fare in termini di struttura, che è simile in tutti e tre i brani, che si assestano quasi esclusivamente su tempi medi e cadenzati (“Heed the Devil’s Call” fa parzialmente eccezione) laddove si sentirebbe il bisogno di inserire un’accelerazione, un assolo, uno stacco… pensiamo soprattutto ad “A Pact With Hell” che risulta un pelo troppo monolitica.
Dettagli, certamente dettati dal gusto personale, che non tolgono granché ad un progetto giovanissimo, nato da circa due anni, che speriamo possa crescere già con il prossimo album, di cui la tape in edizione limitata “The First Sin” è un primo antipasto.
Nel frattempo, ascolto consigliato a chi si muove agevolmente tra le ombre del metallo estremo e di quello classico dalle tonalità più oscure, con un occhio rivolto al passato.