7.5
- Band: THE SCARS IN PNEUMA
- Durata: 00:38:37
- Disponibile dal: 08/02/2019
- Etichetta:
- Kolony Records
- Promethean Fire
Spotify:
Apple Music:
Full-length di debutto per i The Scars In Pneuma, progetto tricolore nato dalla mente di Lorenzo Marchello, inizialmente unico elemento della formazione, e presto divenuto band a tutti gli effetti. La peculiarità del black metal dei bresciani è una sua epicità che trasuda dalle composizioni e che sa andare a creare muri sonori abili nel cambiare impercettibilmente forma, come un enorme incendio che assume connotazioni sempre più spaventose col mutare del vento e dei minuti. La scelta di “Fuoco di notte” di Goya per la copertina appare, in tal senso, quanto mai appropriata. Gli attacchi dei The Scars In Pneuma sono famelici, grondanti note oscure, ma riescono a far riecheggiare nell’interpretazione, prevalentemente ad opera delle chitarre, una serie di pennellate frenetiche e nervose che hanno da dire molto più di quello che viene restituito da un primo colpo d’occhio. Vi è un sottostrato nei riff, nei blastbeat, un significato occulto che diviene possibile da cogliere solo dopo diversi ascolti, una metamorfosi di senso che è figlia di un talento evidentemente innato e che permette di scindere la parte prettamente superficiale della musica da una più profonda e celata allo sguardo.
La drammaticità dei sette brani proposti ricorda un po’ quella tragica incombenza che faceva da sfondo ai Dissection, quell’orrore non detto che si subodora in certe opere, e sebbene a farla da padrone – sempre in superficie – vi sia una ferina, brada violenza, con gli ornamenti formati da saliscendi di diramazioni acustiche o di voci femminili, si trova spazio anche per qualche respiro tesissimo che viene concesso di tirare. Il disegno diventa dipinto e parla con molti più linguaggi di quelli con cui si era presentato inizialmente, rendendo “The Path Of Seven Sorrows” un album da riscoprire più volte per recepire sfumature e livelli ad ogni giro sul lettore.
Non siamo di fronte al capolavoro della vita, per carità, vi sono diversi momenti che pur ben scritti e ben suonati ricordano anche chiaramente le ispirazioni del gruppo, ma pulsa una velleità di formazione di un proprio, unico, carattere a fare da sfondo, una vibrazione di personalità che attendiamo di sentire nelle future pubblicazioni. e che comunque dona all’album una forza notevole. Benissimo così dunque e restiamo in attesa di sviluppi.