8.0
- Band: THE SECRET
- Durata: 00:43:34
- Disponibile dal: 23/10/2012
- Etichetta:
- Southern Lord
- Distributore: Goodfellas
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Abituati alle folgoranti devastazioni di “Solve Et Coagula”, il primo impatto con “Agnus Dei”, nuova opera dei The Secret, è all’insegna di una strana sensazione in bilico fra sorpresa e appagamento. Sorpresa perchè i Nostri con il loro quarto full-length si addentrano sempre di più nel metallo nero e lo rivisitano con lucida intelligenza, dando definitivamente sfogo a quelle tentazioni black metal che facevano qua e là capolino nel disco precedente. Appagamento perché il risultato è straordinariamente onesto nella forma ed intenso e coinvolgente nella sostanza. Un album complesso nella sua (solo presunta) semplicità, dove i Darkthrone vanno a braccetto con Cursed e Rotten Sound e dove l’ormai tipico retrogusto luciferino/apocalittico viene assaporato con assoluta continuità. Sorge un po’ di perplessità di fronte a una produzione firmata Kurt Ballou un po’ troppo simile a quella di tante altre realtà che negli ultimi anni hanno registrato nei suoi studi di Salem, ma, se si guarda solo alla musica, i giochi fra “smandolinate” black scandinave e assalti in d-beat, contaminazioni e potenziali omaggi e, finalmente, una cura per le strutture dei brani pienamente matura, rendono “Agnus Dei” un disco ben più importante di tanti strombazzati fenomeni attuali. L’album corre come un treno, miscelando appunto il bagaglio hardcore/grind con le nuove influenze black metal e persino un tocco old school che ricorda vagamente Hellhammer e Celtic Frost; tuttavia, rispetto a “Solve Et Coagula” – che presentava variazioni a livello ritmico e strutturale soltanto in alcuni punti – il nuovo opus riesce a proporre una tracklist meglio organizzata, dove il drumming risulta più variegato e i midtempo (se utilizzati) più pronunciati. In generale, insomma, il songwriting appare maggiormente maturo e le singole composizioni più facilmente memorizzabili. In sintesi, i The Secret hanno trovato la quadratura del cerchio, migliorandosi ulteriormente e confezionando quello che a oggi è il loro lavoro più concreto ed equilibrato. Anche i nostalgici degli esordi metal-core – ammesso che siano riusciti a resistere sino ad ora – se ne faranno una ragione.