7.5
- Band: THE SECRET
- Durata: 00:38:22
- Disponibile dal: 26/10/2004
- Etichetta:
- Goodfellow Records
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Lo si potrebbe definire un gioellino, questo primo lavoro dei nostrani The Secret: un’autentica esplosione di variopinto metal-core: atmosferico ma non smielato, tecnico ma mai in maniera troppo sfacciata o, peggio, “calcolata”. La miscela del gruppo proveniente da Trieste vede da un lato il cantato di Marco Coslovich – screamer di razza che ricorda un po’ il già mitico Jacon Bannon dei Converge, un po’ Daniel Weyandt degli Zao – dall’altro l’apparato sonoro, affidato spesso e volentieri a un metal-core brutale e cupo, ma che si arricchisce di volta in volta di un’ampia gamma di soluzioni ed influenze, dalle mitragliate doppia cassa/chitarra in odore di Meshuggah all’apertura “post” tanto dilatata quanto minacciosa (che guarda a Neurosis e primi Cult Of Luna) passando poi per qualche vago accenno wave, come dimostra l’intermezzo “Segue”. Il risultato è un disco sospeso fra trame feroci e lineari e altre più “sghembe”, tra brani strutturati – in cui la band letteralmente ammassa riff sopra riff, idee sopra idee – ed episodi maggiormente “in your face”. A legare il tutto, un’atmosfera perennemente ansiosa, che rimanda con una certa insistenza ai lavori degli Zao, così come al fortunatissimo “Bless The Martyr And Kiss The Child” dei Norma Jean, band con la quale i ragazzi sembrano proprio avere più di qualcosa in comune, anche a livello di tematiche. Alla fine, l’unico vero limite di “Luce” – disco peraltro baciato da una produzione veramente azzeccata – è la durata forse eccessiva di alcune tracce, che a tratti si spingono un po’ troppo oltre nel concatenare e intrecciare vari spunti, finendo per apparire un po’ macchinose o anche esageratamente multiformi (su “Pretty Girls Make Graves” interviene persino una voce pulita!). In ogni caso, di certo non si può dire che “Luce” non sia un album nel complesso coerente e che non ingolosisce: ricco com’è di soluzioni desta continuamente interesse e finisce per “lasciare la voglia”, spingendo inevitabilmente a ripetere presto l’ascolto.