THE TANGENT – Auto Reconnaissance

Pubblicato il 16/08/2020 da
voto
6.5
  • Band: THE TANGENT
  • Durata: 01:18:24
  • Disponibile dal: 21/08/2020
  • Etichetta:
  • Inside Out
  • Distributore: Sony

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“Proxy”, decimo lavoro in studio per i The Tangent di Andy Tillison ci aveva tutto sommato convinto, non solo per la qualità delle canzoni, quanto per il pregevole tentativo di uscire dalla classica forma del progressive rock, per andare ad abbracciare le influenze più disparate. “Auto Reconnaissance”, da questo punto di vista, si spinge ancora più in là, inglobando nei suoi settantotto minuti di durata un quantitativo impressionante di influenze. “Uno dei pochi lavori pubblicati quest’estate influenzato da ELP, The Isley Brothers, Steely Dan, Aphex Twin, National Health, Rose Royce, Squarepusher e Return To Forever”, scherza lo stesso Tillison nelle note che accompagnano l’album. E in effetti il viaggio tra i solchi di questo nuovo capitolo lascia spesso spiazzati, con in bocca un strano retrogusto che non si riesce a capire se sia piacevole o meno. Facendo una veloce carrellata, all’impianto prog rock, si vanno ad innestare ancora le consuete influenze jazz/fusion tanto care al compositore britannico, ma le vere sorprese arrivano quando Tillison si spinge fuori dalla sua comfort zone, andando a pescare a piene mani dal funk, dalla musica soul, dall’elettronica, fino al pop moderno. La cosa funziona in maniera convincente negli episodi più concisi, come “Life On Hold” e “The Tower Of Babel”, in cui il Fender Rhodes svolge un ruolo da protagonista, accompagnato da una ritmica dalle influenze funky. Non meno positiva anche “Under Your Spell”, canzone d’amore dalle tinte notturne, un brano pop realizzato con stile, pur con le sue sonorità che strizzano l’occhio al R&B più patinato.
Altalenanti, invece, le composizioni più lunghe, che rappresentano una fetta notevole dell’intero lavoro. “Lie Back & Think Of England” è una lunga suite di ventotto minuti, malinconica e riflessiva, con quelle atmosfere tipiche del prog rock anni Settanta: qualche picco di intensità arriva sul finale, ma per la maggior parte del tempo l’ascolto passa senza particolari sussulti. “Jinxed In Jersey”, invece, è il brano più anomalo: fondamentalmente può considerarsi come una sorta di racconto in musica, con Tillison a narrare un episodio capitatogli negli Stati Uniti, con tanto di personaggi e voci recitate. Poco cantato, con la musica a fare quasi da colonna sonora al parlato, tra jazz, elettronica e divagazioni soul. Interessante come esperimento, il brano risulta però un po’ fine a se stesso, una pagina di diario della vita di Tillison che non trova una sua forma compiuta oltre alle parole. Come bonus track, infine, troviamo un’altra lunga composizione strumentale, “Proxima”, che si sposta invece su territori psichedelici, con un contrabbasso a dettare la linea ritmica, mentre tastiere spaziali si dilatano in aperture cosmiche.
Si percepisce, nell’intero “Auto Reconnaissance”, il compiacimento del suo autore, fiero di poter includere nella sua opera tante e così variegate influenze; rispetto a “Proxy” manca forse un po’ di equilibrio e, in generale, ci sembra che il precedente lavoro fosse complessivamente migliore. Ciononostante, l’approccio libero, senza preconcetti e anarchico di Tillison rimane un valore che, ci auguriamo, continui ad essere d’esempio nell’intero panorama progressive.

TRACKLIST

  1. Life On Hold
  2. Jinxed In Jersey
  3. Under Your Spell
  4. The Tower Of Babel
  5. Lie Back & Think Of England
  6. The Midas Touch
  7. Proxima (bonus track)
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