7.5
- Band: THE TEMPERANCE MOVEMENT
- Durata: 00:51:12
- Disponibile dal: 15/01/2016
- Etichetta:
- Earache
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A tre anni dal devastante disco di debutto “The Temperance Movement”, la formazione britannica ritorna forte di un grosso bagaglio di esperienza costruito durante un lungo periodo trascorso in tour e dai buoni responsi ottenuti ovunque. Queste conoscenze confluiscono nel nuovo “White Bear” ed è palese come la band oggi possieda maggior sicurezza e dimestichezza in studio e sia conscia delle proprie armi. La nostra impressione durante l’ascolto è che, rispetto al precedente lavoro, in molti brani sia stato usata una dose maggiore di mestiere, manca quell’immediatezza e freschezza di una band agli esordi che da cuore ed anima in un disco. Fatta questa premessa, “White Bear” è comunque un buonissimo disco di hard rock blueseggiante che non deluderà i fan di Phil Campbell e compagni. “Three Bulleits” attacca con un rock incalzante e dirompente, pregno di parti soliste di chitarra e dominato dal vocione caldo di Campbell, un singer di prim’ordine che può vantare un’ugola degna dei grandi maestri del rock sudista americano. “Get Yourself Free”, per ribadire il concetto appena esposto, possiede un sound squisitamente southern, pieno di melodie e perfetto per passare in radio come singolo. Ancora sontuose melodie con “A Pleasant Place I Feed” prima di scattare a tutta velocità con l’incalzante “Modern Massacre”, una riuscitissima canzone hard rock in cui Campbell da il meglio di sé dietro al microfono. Altro pezzo da novanta, “White Bear” si distingue grazie ad un mix di riff figli di derivazione Led Zeppelin unito a coordinate stilistiche vicine a Black Crowes e Black Stone Cherry. La ballata “I Hope I’m Not Losing My Mind” chiude il disco nel migliore dei modi, i The Temperance Movement hanno perfettamente imparato come arrivare dritti al cuore dell’ascoltatore, in studio possono essere diventati bravi quanto vogliamo, ma il saper comporre pezzi pieni di groove ed emozioni è caratteristica di pochissimi artisti all’interno dell’intero panorama musicale. Mettere su due piatti della stessa bilancia il nuovo “White Bear” ed il precedente lavoro non è compito facile, la lancetta pende di un soffio per l’album d’esordio soltanto perché più sanguigno e naturale. In questo caso c’è più mestiere, è vero, ma diamo atto ai The Temperance Movement di essersi confermati una delle formazioni più interessanti e valide di questo movimento retro rock esploso negli ultimi anni.