THE VISION BLEAK – Weird Tales

Pubblicato il 11/04/2024 da
voto
7.5
  • Band: THE VISION BLEAK
  • Durata: 00:41:10
  • Disponibile dal: 12/04/2024
  • Etichetta:
  • Prophecy Productions

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Il titolo del settimo album dei The Vision Bleak potrebbe aver fatto risuonare qualche eco nella testa di chi ha amato e divorato i racconti di uno degli ispiratori più eccellenti dell’immaginario metal, ovvero H.P. Lovecraft. Infatti “Weird Tales”, oltre alla nuova opera del duo tedesco, era anche il magazine ove negli anni ‘20 del Novecento si potevano trovare alcuni racconti del Ciclo di Cthulhu , così come quelli di Robert E. Howard, Robert Bloch, Clark Ashton Smith e Ray Bradbury. Insomma, magari non avrete mai preso in mano una copia di “Weird Tales”, ma se passavate le vostre serate adolescenziali con un libro dell’orrore in mano, questo nome non può suonare del tutto nuovo, con l’immaginario di mostri, misteri e lutti che dovevano contenere le sue pagine, riecheggianti fino al volume che tenevamo nelle nostre mani. Un immaginario che deve aver stuzzicato anche la creatività di Schwadorf e Konstanz (voce e tastiere entrambi, nonché chitarra e basso il primo, batteria il secondo), portandoli a scrivere non un concept album a riguardo, bensì un’unica canzone di quarantuno minuti ispirata a quelle illusioni ed atmosfere. Operazione ambiziosa, che più di qualche artista ha sentito l’esigenza di sperimentare ad un certo punto della propria carriera, e che i Vision Bleak portano a compimento con successo: i due infatti modellano il sedicente horror metal come se fosse argilla, costruiscono e sformano, allungano e ritagliano, riuscendo a costruire un’opera omogenea che si fa ascoltare con piacere e senza stancare.
Il brano è diviso, in realtà, in dodici capitoli, con titoli ben precisi, che lo rendono a dire il vero una lunga suite ‘indistinta’, nella quale si possono riconoscere certamente delle fasi, ma che riesce a non risultare un copia-incolla di canzoni completamente differenti tra loro, e che di fatto va ascoltato come un’unica composizione.
Anzi, il leit motiv è sempre riconoscibile e presente, riappare quando deve, si fonde in narrazioni che si sciolgono in un gothic metal seducente ed elegante, che non disdegna accelerazioni squisitamente metal (a volte anche molto decise ed energiche, ai limiti del death) ma che mantiene ben saldi i proprio connotati dark, in alcuni punti impreziositi dal violino e la viola di Aline Deinert (membro nei live degli Empyrium, di cui Schwadorf è mastermind).
I Vision Bleak dosano con arguzia velocità, atmosfere decadenti, ripartenze e momenti prettamente cinematografici, creando un muro di suono che varia continuamente, molto caldo e musicale, capace di non stancare e anzi di rimanere bene in testa, magari con un ascolto in cuffia, possibilmente in penombra. Non mancano frammenti sinfonici baroccheggianti e lugubri, che diluiscono il minutaggio senza sembrare puramente riempitivi ma, anzi, coadiuvanti lo sviluppo melodico che cresce ad ogni ascolto.
Non sappiamo se sarà un disco che resisterà alla prova del tempo ma nel qui e ora conferma la bontà e le capacità del duo che sta dietro ai Vision Bleak, e l’aura cult che si portano appresso.

TRACKLIST

  1. Chapter I: Introduction
  2. Chapter II: In Rue d'Auseil
  3. Chapter III: In Gardens Red, Satanical
  4. Chapter IV: Once I Was a Flower
  5. Chapter V: The Premature Burial
  6. Chapter VI: Mother of Toads
  7. Chapter VII: The Graveyard by Nyght in a Thunderstorm
  8. Chapter VIII: The Undying One
  9. Chapter IX: Evil Dreams Run Deep
  10. Chapter X: The Witch with Eyes of Amber
  11. Chapter XI: Canticle
  12. Chapter XII: To Drink from Lethe
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