7.0
- Band: THE WARRIORS
- Durata: 00:29:55
- Disponibile dal: 24/01/2005
- Etichetta:
- Alveran Records
- Distributore: Self
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Gli americani The Warriors vengono presentati, in sede promozionale, un po’ à la Slipknot: la cittadina di Tehachapi, in California, diventa la nuova Des Moines, un luogo immerso in nebbie perenni e boscaglie modello “The Blair Witch Project”, dove i ragazzi sono depressi, frustrati e limitati e – quale modo migliore per sfogare anni di odio tenuto ingabbiato e represso? – cercano la libertà e qualche raggio di Sole attraverso la musica pesante, meglio ancora se particolarmente arrabbiata e corrosiva! OK, dimenticatevi pure gli Slipknot ora, in quanto, musicalmente parlando, i The Warriors sono molto lontani dalla proposta del nine-piece dell’Iowa: in “War Is Hell” ci è data la possibilità di ascoltare del buonissimo metal-core, non proprio originale ma che comunque si allontana abbastanza dagli standard attuali del genere, sempre più votati all’incesto con il melodic death. Il giovane quintetto in questione potrebbe benissimo rappresentare l’ideale trait d’union fra Snapcase (quelli antecedenti alla svolta di “End Transmission”) e Hatebreed, due band fondamentali per l’evoluzione e lo sviluppo di quella che attualmente si è rivelata la corrente di maggior successo in ambito estremo: dal combo di Buffalo, i The Warriors prendono l’attitudine marcatamente hardcore, il gusto vagamente sinistro per la melodia e le linee vocali, peraltro urlate a squarciagola da un ottimo Marshall Lichtenwaldt, una sorta di clone ancor più acido di Daryl Taberski; dagli Hatebreed, invece, arrivano i riffoni più pesanti, le cadenze da violent dance e i tipici cori potenti hardcoreggianti. La mezz’ora esatta di “War Is Hell” trascorre in soddisfatto godimento, anzi, sarebbero state gradite un paio di tracce in più, magari. Qualche sentore di noia, soprattutto per chi ne ha abbastanza del genere, oppure per chi non ama il cantato troppo urlato (e qui si teme davvero per le corde vocali di Marshall…), potrebbe sorgere in qualche punto del disco, non lo si nega, ma la potenza sprigionata e la rabbia convogliata dai The Warriors sembrano davvero genuine! Non conviene nemmeno citare la perfezione della produzione, dato che ormai, in ambito metal-core, è cosa quasi scontata. Bravi The Warriors…un esordio niente male. Nessuna acqua calda, d’accordo, ma un bel carico di lividi e pestoni non lo si evita proprio!