8.0
- Band: THE YOUNG GODS
- Durata: 00:55:43
- Disponibile dal: 23/05/2008
- Etichetta: Pias
- Distributore: Self
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“Knock On Wood” è il classico album che non ti aspetti, che ti arriva tra capo e collo e che ti colpisce positivamente. La band, gli svizzeri The Young Gods, è annoverata tra i pionieri dell’elettronica minimale, attiva ormai da più di vent’anni e sempre aggiornata coi tempi. Ma con questo nuovo lavoro hanno veramente stupito tutti una volta per tutte: stiamo infatti parlando di un album interamente acustico, comprensivo di CD da studio e DVD registrato dal vivo in Svizzera, con l’aggiunta di tre “Take Away Shows”, suonati nelle situazioni più disparate, su tutte l’esecuzione di “Gasoline Man” chitarra e voce durante una camminata su rue des Rosiers. Ma la parte preponderante dell’album è composta dalla musica del primo CD, ovvero undici classici (della band e non), ri-arrangiati in chiave acustica, spogliati di qualsiasi sovrastuttura precedentemente esistente, e totalmente incentrati sulla voce calda e pacata di Franz Treichler, e sull’intreccio delle chitarre, delle percussioni e di svariati strumenti, tutti rigorosamente acustici. Ad aprire le danze è il classicissimo singolo “Our House”, che ha consegnato la band all’olimpo, il cui fascino cresce esponenzialmente in questa nuova veste. Il sitar di “I’m The Drug” e di “Skinflowers” tocca alti picchi espressivi, badando bene a tener lontane quelle vomitevoli atmosfere orientali che tante orticarie hanno in passato causato al sottoscritto. La coesione ‘acustica’ della band si mostra talmente forte da farci immaginare una band nata e vissuta su queste coordinate stilistiche; bluesmen dediti al proprio strumento, gente per cui non esiste nulla al di fuori di chitarra, basso e batteria. E invece “Knock On Wood” ci dimostra che non è sempre musica ‘fatta dal computer’ quella elettronica, e che talvolta sono i veri musicisti quelli che indirizzano altrove la propria grazia esecutiva. Un album per tutti (ovviamente parliamo di un album acustico, quindi niente metal nel modo più assoluto), che ci riconcilia con la musica e ci consegna una band che, forse per caso forse per disintossicarsi, ha deciso coraggiosamente di deviare il proprio corso dopo vent’anni di carriera.