7.5
- Band: THEATRES DES VAMPIRES
- Durata: 00:40:20
- Disponibile dal: 19/11/2021
- Etichetta:
- Scarlet Records
Spotify:
Apple Music:
A cinque anni di distanza dal precedente “Candyland”, a sua volta distante un lustro dal terzultimo “Moonlight Waltz”, tornano i Theatre Des Vampires con il loro undicesimo album, sempre sotto l’egida della Scarlet Records. Coerentemente con il percorso iniziato nella seconda metà degli anni ’00, dopo l’uscita del mastermind Lord Vampyr, anche “In Nomine Sanguinis” si muove su coordinate modern gothic rock/metal in cui ritmiche sostenute e orchestrazioni stendono un tappeto su cui sfila la timbrica seducente di Sonya Scarlet.
L’opener e primo singolo “Death In Venice”, così come le altrettanto ficcanti “Endless Darkness” e “Christina”, sono ottimi esempi in questo senso, ma al tempo stesso sono solo la prima cerchia (quella più easy listening) nel nuovo corso dei vampiri capitolini. Già con le successive “The Bride Of Corinth” (ispirata all’opera di Goethe) e “Lady Bathory” il livello di sofisticazione orchestrale e lirico si alza fino alle vette della titletrack, climax emotivo grazie alla presenza di cori gregoriani e un intermezzo recitato in lingua madre. L’ultima cerchia, posta in chiusura, vede spazio per la fase più sperimentale: se “Golden Cage” è una ninna nanna sostenuta e la più intima “The Void Inside” un sentito omaggio alla dark-wave dei Depeche Mode, “Till The Last Drop Of Blood” è un riuscito reboot di un loro brano di vent’anni fa, quando suonavano black/gothic sinfonico sulla scia dei Cradle Of Filth.
Un quarto di secolo dopo tante cose sono cambiate, ma il Teatro dei Vampiri non ha perso un grammo del suo fascino grazie alla dedizione di Sonya Scarlet e dei suoi compagni dai canini affilati.