7.5
- Band: THEM
- Durata: 00:59:07
- Disponibile dal: 24/10/2025
- Etichetta:
- Steamhammer Records
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Nel nostro genere di riferimento, capita frequentemente di imbatterci in gruppi che, a livello iconografico ma anche stilistico, non si limitano a ‘prendere ispirazione da…’ ma passano direttamente al livello successivo del ‘copiare’, o per essere meno tranchant, ‘emulare’ una determinata attitudine di una band storica giunta al successo molto prima di loro; gli esempi sono infiniti, dagli Airbourne con gli AC/DC agli Hammer King con i Powerwolf, e in questo insieme ben definito si inseriscono comodamente anche i Them, combo che già dal moniker scelto – un rimando diretto al pluricelebrato LP di King Diamond del 1988 – potrebbe tradirsi e rivelare al mondo intero chi sia il soggetto ‘saccheggiato’.
Questa introduzione vale per quanto sentito fino ad ora, quindi, come direbbe un noto streamer calcistico, sulla carta i Them sono questi.
Ma ad oggi, la situazione è cambiata. Capitanati dall’appunto King Diamond-wanna-be frontman Troy ‘KK’ Norr, identico all’originale nel make-up e molto simile vocalmente, questi singolari musicisti provenienti da Stati Uniti e Germania si appropinquano a distribuire al grande pubblico il loro quinto LP intitolato “Psychedelic Enigma” sotto l’egida della Steamhammer, molto spesso sinonimo di qualità e attenzione a dettagli che segnano la differenza fra un discreto e un buon risultato.
Prodotto da Randy Burns, questo nuovo concept album a sfondo horror, una costante della casa, rappresenta l’episodio più crudo, potente e ad alto tasso di ‘pesantezza’ sonora del gruppo: non sarebbe corretto parlare di un cambio stilistico, il trademark rimane quello rappresentato da un sostanziale heavy metal con sfumature US power e accenti thrash, ma ponendo a confronto tale album con i suoi predecessori balzano all’occhio diversi momenti in cui l’acceleratore va effettivamente al doppio, e ci si discosta anche dal modello imperante di cui si parlava in apertura.
“Remember To Die”, ad esempio, dopo un minuto interlocutorio sprigiona, a suon di doppio pedale, blast-beat e riff serrati, quegli spunti thrash di cui sopra, il tutto attorniato dal falsetto rubato al Re Diamante di KK Norr, quest’ultimo a suo agio anche nelle parti più rozze e sgraziate esattamente come il suo maestro danese.
Ma le novità non sono terminate: si invita il lettore a prendere in esame un pezzo come “Phsychonautic State” nel quale troviamo i Voivod, i Vektor, insomma lampanti inserti progressive in un bagaglio artistico che fino a “Fear City” del 2022 mai avremmo immaginato fare parte del nucleo compositivo dei Them; bisogna dunque innanzitutto fare i complimenti al quintetto in toto, poiché ognuno dei componenti ha donato il proprio apporto in fase compositiva, e i passi avanti raggiunti sono sotto gli occhi di tutti.
Al netto di qualche scopiazzatura troppo evidente – come il refrain “The Scarlet Remains” troppo alla Hetfield del “Black Album” o alcuni passaggi davvero troppo pedissequi ai manufatti del frontman dei Mercyful Fate – e al netto dell’eccessiva durata complessiva dell’album che a nostro giudizio rischia di minare il completo coinvolgimento dell’ascoltatore, i Them hanno comunque realizzato l’opera, ad oggi, più completa della loro discografia, e il trittico finale che ha come punta di diamante (sic) la cadenzata “Electric Church” è sul piedistallo a dimostrarlo: le due asce di Ullrich e Johansson riescono a creare melodie accattivanti, ora in versione acustica ora in versione distorta, attraverso le quali il racconto orrorifico uscito dalle penne dei Nostri può compiersi pienamente nella conclusiva “Troubled Minds”, viziata come dicevamo dall’eccessivo minutaggio, ma inattaccabile dal punto di vista artistico.
“Psychedelic Enigma” può quindi benissimo essere annoverato tra le migliori uscite di questo ultimo scorcio di 2025; esso non è ‘confezionato’ per piacere ad un’unica circoscritta categoria di appassionati, cosa che spesso ci troviamo a sottolineare nelle nostre recensioni, ma è libero di variare, esplorare strade alternative senza (quasi) mai andarci a perdere nell’efficacia complessiva.
Per un complesso che nasce nel lontano 2008 come semplice tribute band del King Diamond solista, il risultato è da tenere in grande considerazione e, al secondo prodotto targato da un’importante label come la Steamhammer, i Them stupiscono, convincono e riescono a staccarsi in maniera più decisa dagli stilemi che ne hanno caratterizzato, e in un certo senso anche limitato, il percorso pregresso.
