THEOKTONY – Loss

Pubblicato il 20/07/2015 da
voto
7.0
  • Band: THEOKTONY
  • Durata: 00:37:30
  • Disponibile dal: 01/06/2015

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Pensavamo che i Theoktony si fossero persi nei meandri dell’underground o che si fossero addirittura sciolti dopo la chiusura della FETO Records di Mick Kenney e Shane Embury. I death metaller inglesi hanno mantenuto un profilo molto basso nei sette anni trascorsi dalla pubblicazione del debutto “I” ad oggi, ma, a quanto pare, la loro vena creativa non si era affatto esaurita. “Loss” arriva tra noi come una piccola sorpresa: registrato e pubblicato in completa autonomia, senza quindi il supporto di una label, il disco segna il debutto del batterista Anil Carrier, già in forza a Binah, Throes e a molte altre realtà minori britanniche. Il chitarrista Liam Millward, tuttavia, è ancora una volta il vero e proprio leader del gruppo e, di conseguenza, non stupisce che le sonorità di cui il disco è alfiere abbiano punti in comune con quelle del primo album. In effetti, ci sentiamo di affermare che “Loss” contenga una versione più compatta e ficcante dello stile messo in mostra sul lavoro precedente. Le influenze di Zyklon, Anaal Nathrakh e Thorns ci sono ancora e si sentono tutte, con i soliti riff death metal ricoperti da una patina industriale, ma i brani questa volta risultano più scorrevoli e impattanti. Del resto, pure la durata complessiva delle due opere è indicatrice dell’attitudine maggiormente sciolta e aggressiva della band: trentasette minuti contro i cinquantadue del debut. Il death-black freddo e alienante dei ragazzi si presenta dunque in una veste più asciutta: qualche velleità sperimentale – vedi le clean vocals nell’iniziale “Вздыхать” – è ancora presente, ma in generale la volontà di picchiare il più duro possibile è inequivocabile, tanto che in un paio di episodi si sentono addirittura dei breakdown alla Suffocation. L’ascolto, in sintesi, si dimostra fluido e nel complesso gradevole, nonostante l’assenza di elementi propriamente distintivi. I Theoktony non stravolgono un genere, ma lo interpretano con la giusta convinzione e con un’attitudine “no compromise” tipica di quei gruppi che non hanno nulla da perdere. Un buon esempio di suono e vocazione underground.

TRACKLIST

  1. Вздыхать
  2. Apostate
  3. Eritrea
  4. Dachau
  5. Conscripted
  6. Anhedonia
  7. 1954
  8. Starvation
  9. Lost
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