5.5
- Band: THEOTOXIN
- Durata: 00:46:23
- Disponibile dal: 28/10/2022
- Etichetta:
- AOP Records
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Confessiamo di aver avuto una certa difficoltà nel mantenere alta l’attenzione durante l’ascolto di questo nuovo lavoro degli austriaci Theotoxin, e non per via di potenziali partiture intricate o progressivisimi vari; anzi, il black metal (con qualche venatura death) della band è piuttosto lineare e ancorato profondamente agli anni ‘90 come intenzioni. Il problema, semmai, qui è proprio una linearità di base, dove per tre quarti d’ora ascoltiamo le stesse scelte che si ripetono. Il black metal dei Theotoxin è stantio e ripetitivo, le parti migliori vanno a richiamare i Dark Funeral degli anni d’oro quando non i Marduk (di cui viene coverizzata, a fine album, “Frontschwein”, tanto per ribadire cosa fanno). Peccato, perché di per sé i pezzi non sarebbero nemmeno male, se un po’ slegati e con qualche picco. Invece ci troviamo di fronte a un’unica riga di pezzi anche discreti da ascoltare distrattamente, ma che nel loro insieme fanno sperare ad ogni fine brano che il disco sia finito lì.
Un black metal che nel suo insieme non fa distinguere le canzoni è un black metal che non funziona, a parer nostro, e sebbene vi siano esempi che possono facilmente smentire il nostro ragionamento (ce ne sono a bizzeffe di artisti che ‘giocano’ sull’ipnotizzare con giri che tornano e ritornano continuamente, conti innominabili su internet inclusi), qui l’effetto noia non sembra per nulla voluto.
Le canzoni ci sarebbero pure: l’opener “World, Burn For Us” e “Catastrophe In Flesh” fanno la loro figura, così come “After Thousands of Years”, minimale ma ben piazzata; ma già una “Towards The Chasm” rallenta e annoia, per non parlare di “Perennial Lunacy” con l’intro semi-live in cui sentiamo “This is Perennial Lunacy… Fuck off!”, sentendoci un po’ imbarazzati, per ritrovarci con un effetto pastone con canzoni indistinguibili. Insomma, non brutto, ma decisamente poco ispirato.