7.5
- Band: THERAPY?
- Durata: 00:41:47
- Disponibile dal: 23/03/2015
- Etichetta:
- Amazing Records
- Distributore: Audioglobe
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“The road ahead looks shorter than the one behind…”, come si dirà alla fine del disco. Beh, c’è da dire, cominciando dal principio questa volta, che i Therapy? non hanno mai goduto di un seguito proporzionato al loro valore. Lo sanno benissimo tutti coloro che sono stati entusiasmati dalla loro carica in sede live e da una discografia che è sempre rimasta tanto variegata quanto valida. Certo, i riferimenti ancora oggi rimangono quelli della doppietta “Troublegum”/”Infernal Love” (quelli che hanno effettivamente venduto qualcosa), ma chi ha potuto approcciarsi al resto dei lavori della band di Cairns senza pregiudizi referenziali ha potuto sempre coglierne un qualcosa di buono. Presentato dal videoclip di promozione qualche settimana fa, un singolone chiuso, diretto, orchestrato qui e là per l’appeal più moderno come “Still Hurts” introduce questo “Disquiet”, quattordicesima (!!!) fatica dei Therapy?, e già si sente un sentore che non emergeva da un opener degli irlandesi dai tempi di “Knives”. Il quattordicesimo album della formazione inglese è in pratica ciò che Andy Cairns ha creduto fondamentalmente la gente volesse tornare a sentire dalla loro band preferita, dopo i due ultimi album (“Crooked Timber” del 2009 e “A Brief Crack Of Light” del 2012), più “più sperimentali e diversi”, come tende a sottolineare lui stesso. E non si è sbagliato. Senza voler ricreare un nuovo “Troublegum”, cosa impossibile a vent’anni di distanza e qualche corda vocale in meno, i Therapy? hanno cercato di tornare a scrivere canzoni dirette e potenti nello stile che maggiormente li aveva caratterizzati, influenzati indubbiamente dalla ripresa in sede live del disco nella sua interezza negli ultimi anni. Oltre al singolo d’apertura, anthem per eccellenza sono “Tides”, “Good News Is A Good News”, “Insicurity” e “Torment Sorrow Misery Strife”, degne della migliore tradizione Therapy?. Sicuramente il lato più sperimentale e oscuro della band viene un po’ a cedere, ma l’orecchiabilità diretta dei brani di questo nuovo lavoro non può che far piacere a tutti coloro che hanno masticato album come “Troublegum” o “Infernal Love”. Quelli più emblematici, insomma. L’impatto radio-friendly è incentivato anche dalla produzione di Tom Dalgety (Royal Blood e Band Of Skulls tra gli altri), nei suoi Blast Studios di Newcastle-upon-Tyne, tendente al britpop/rock più di altre branchie del mercato musicale, ma -ancora una volta- non è così un peccato, anzi, l’affabilità del lavoro ne guadagna ulteriormente. “Vulgar Display Of Powder” mostra ancora di avere le carte in regola per un moshpit live come si deve, senza brillare particolarmente, ma senza neanche essere la pecora nera del disco, donando un’uniformità variopinta e più dilatata, che certamente predilige un certo impatto più diretto ma che tiene a mente sempre il passato venticinquennale della band. “Disquiet” ha il punk anni Novanta, ha i Black Sabbath (i sette minuti figli di “Vol.4” dell’ultima “Deathstimate”), una certa rabbia, seppur più consueta e moderata, ha ottimi brani e ha anche qualche punto un po’ basso qua e là. In poche parole questa quattordicesima fatica Therapy? è ben lontana dall’essere un album miracoloso, ma è un disco che non può essere lontano dall’abbraccio affettuoso di fan di una band che compie venticinque anni. Un buon disco. Un buon traguardo. Forse quanto di meglio ci si sarebbe potuti aspettare. Parafrasando un verso di uno dei brani più convincenti del lavoro, l’alternative metal/punk di “Torment Sorrow Misery Strife”: “Eravamo bestie di cui oggi rimangono solo le ossa”. Ma sono ossa ancora solide, a quanto pare. Ossa che avranno sempre un posto di rilievo vicino al nostro cuore.