THERAPY? – Nurse

Pubblicato il 21/03/2025 da
voto
8.5
  • Band: THERAPY?
  • Durata: 00:40:28
  • Disponibile dal: 17/10/1992
  • Etichetta:
  • A&M Records

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La nascita dei Therapy? viene fatta risalire al 1989, in quel di Larne, cittadina dell’Irlanda del Nord, grazie all’incontro fra il cantante/chitarrista Andy Cairns, leader della band fino ai giorni nostri, ed il batterista Fyfe Ewing, che invece lascerà nel 1996. I due giovani amici, appassionati di punk, post-punk e new wave, vengono presto raggiunti dal bassista Michael McKeegan, che porta in dote influenze metal ed hardcore, completando la formazione che arriva alla registrazione di due EP, dapprima l’esordio “Babyteeth”, il quale ottiene già un discreto successo a livello di classifiche indie, e poi il successivo “Pleasure Death”: una crescita repentina che porta, nel giro di un triennio e dopo un tour benefico per la compattezza del trio, alla pubblicazione del primo album, “Nurse”, nell’ottobre del 1992.
Per inquadrare la situazione al tempo, ricordiamo che si parla di un periodo di profondi cambiamenti per il metal tradizionale e di fermento, al contrario, per la musica alternativa in generale: si pensi solamente che in un paio d’anni vedono la luce il ‘black album’ dei Metallica, i dischi più importanti della scena grunge, la colonna sonora di “Judgement Night” (di cui i Therapy? fanno parte) che consolida la fusione tra rock/metal e rap, “Vulgar Display Of Power” dei Pantera e alcuni dei più grandi capolavori death metal. Eppure la proposta dei Therapy? è completamente diversa da tutto ciò che in quel preciso istante va di moda e, se a livello di sonorità non segue alcun trend, in comune con molti artisti coevi c’è la voglia di rischiare, di sperimentare, di buttarsi con incoscienza su qualcosa di nuovo, pur lavorando su influenze consolidate, che non sono difficili da individuare nel punk, nell’hardcore e nella new wave, oltre che nel metal più rude e stradaiolo.
Un calderone nel quale confluiscono gruppi differenti tra loro quali Killing Joke, Husker Dü, Buzzcocks o Helmet, ma che ha principalmente come riferimento naturale gli alfieri del neonato movimento industrial, che in quegli anni aveva virato decisamente verso sonorità più metalliche, come Prong, The Young Gods e Ministry. Le tendenze punk delle prime uscite vengono aggiornate ed incanalate in un’esuberanza caotica e ricca di sfumature, con l’unica finalità di far più rumore possibile, ed è questa attitudine che fa di “Nurse” un disco omogeneo nel suo svolgimento quanto sfrontato, frutto di un’irrefrenabile irruenza giovanile. Non ci sono momenti eccessivamente orecchiabili qui dentro, solo velocità, rabbia e frenesia, brani quadrati che si susseguono senza troppe concessioni alla melodia ed il successo commerciale, che pure arriverà di lì a breve, non è ancora nei programmi. I riff sono sempre pungenti, a tratti anche sgraziati, guidati da un drumming secco e carico di groove, mentre la voce di Cairns è spigolosa quanto basta da creare una sorta di fastidio; dal punto di vista compositivo, non ci sono picchi compositivi eclatanti e tantomeno varietà di umori fra un episodio e l’altro, ma ciò che spicca è una vorticosa urgenza comunicativa e, nonostante queste premesse facciano temere il contrario, ciascun pezzo sembra possedere una propria identità ben precisa.
La hit è sicuramente “Teethgrinder” che, tra chitarre sincopate, campionamenti e ritmi tribali, negli anni è stata usata addirittura come sigla di alcune trasmissioni televisive; un altro momento piuttosto accattivante è l’iniziale “Nausea”, introdotta dall’urlo “Here I am, motherfucker!” ed un ritornello che definire catchy è riduttivo. Le sei corde di “Disgraceland” suonano fortemente rock, in contrasto con un cantato alla Joy Division, mentre “”Zipless” è diretta e senza fronzoli. La lunga ballata “Gone” può essere vista come un assaggio della maggiore apertura che riserverà il futuro, con quel suo andamento indolente riconducibile a certe atmosfere del grunge acustico, “Deep Sleep” ha un battito dub ed è irregolare come qualcosa dei Primus. La chiusura è affidata a “Hypermania”, che sorprende per i suoi legami con il metal classico. La produzione è ancora sporca, ma nettamente più curata rispetto ai primi due EP.
“Nurse” è un diamante grezzo, il disco che arriva appena prima dell’esplosione definitiva, a fare da ponte tra gli inizi eroici di una piccola band proveniente dalla sperduta provincia nordirlandese e la notorietà che giungerà meritata e, come spesso accade in queste occasioni, è la fotografia di uno stato di grazia del quale, in retrospettiva, si può misurare con più lucidità la portata e il cui fascino acerbo colpisce anche a trent’anni abbondanti di distanza.
Il passo successivo sarà “Troublegum”, con più di un milione di copie vendute e con le arcinote “Screamager”, “Nowhere” e tutti gli altri singoli che si potevano ascoltare su qualunque radio alternativa, con i relativi video in rotazione su MTV: la notorietà dei Therapy? in quegli anni cresce a dismisura, facilitata dalla trasversalità di una proposta che piace a diverse categorie di pubblico, ma il punto di partenza rimarrà “Nurse”, con tutta la sua ingenuità ed i suoi difetti.

TRACKLIST

  1. Nausea
  2. Teethgrinder
  3. Disgracelands
  4. Accelerator
  5. Neck Freak
  6. Perversonality
  7. Gone
  8. Zipless
  9. Deep Sleep
  10. Hypermania
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