THERION – Leviathan

Pubblicato il 20/01/2021 da
voto
7.0
  • Band: THERION
  • Durata: 00:45:33
  • Disponibile dal: 22/01/2021
  • Etichetta:
  • Nuclear Blast
  • Distributore: Warner Bros

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“Non rifarei mai qualcosa di grande come questa, troppo lavoro”: così ci diceva Christopher Johnsson, ancora a caldo, in un’intervista, poco dopo l’uscita di “Beloved Antichrist”, la monumentale opera metal pubblicata nel 2018, proseguendo col dire: “Penso che dopo questo lavorerò ad un album normale”. Il compositore svedese ha rispettato quanto preannunciato, perchè “Leviathan” nasce in effetti con delle premesse completamente diverse rispetto al suo predecessore. Si tratta, infatti, proprio di un album ‘normale’: non c’è nessun concept alla base di questo, ma soprattutto le canzoni nascono con l’intento dichiarato di dare ai propri fan per la prima volta un disco di ‘hit’. In realtà, il termine è alquanto improprio, perchè ci sembra difficile immaginare che da questo lavoro possano essere tratte autentiche canzoni da classifica e men che mai c’è qualcosa che possa essere considerato commerciale. In qualche modo però, rende tuttavia l’idea di un disco concepito per avere dei brani molto diretti, incentrati principalmente sulla classica canzone con strofa, bridge e un ritornello melodico e orecchiabile. Poi, ovviamente, si tratta pur sempre dei Therion, ed allora comunque ritroviamo nelle canzoni alcuni elementi che sono ormai parte integrante del loro sound, ovvero una grande cura per le orchestrazioni e una forte presenza di voci operistiche e cori imponenti. Ciononostante, dobbiamo anche dire che la nostra impressione è che si tratti di un album un po’ eterogeneo, con brani che sembrano quasi estrapolati dalle sessioni di full-length di vari periodi della band, che possono essere “Theli” (come nel caso dell’opener “The Leaf Of The Oak Of Far”), “Gothic Kabbalah”, “Lemuria/Sirius B” o anche il più recente “Beloved Antichrist”, giusto per fare qualche esempio, tanto che non ci stupiremmo se potesse trattarsi, almeno in parte, di idee recuperate o tirate fuori dal cassetto per l’occasione, benchè a quanto sappiamo al momento non ci sia alcuna dichiarazione ufficiale in tal senso.
Ad ogni modo, l’approccio è piuttosto vario, con brani interamente incentrati sulle orchestrazioni e i cori (ad esempio “Die Wellen Der Zeit”, un dichiarato omaggio a Wagner) oppure più metal, con le orchestrazioni che fungono da accompagnamento; in altri casi, le voci sono essenzialmente operistiche, mentre in alcuni brani è più importante il ruolo delle classiche voci soliste, come avviene in “Eye Of Algol” o nella notevole “Tuonela” (ovviamente, nulla ha a che fare con gli Amorphis), che vede la partecipazione, peraltro, di Marko Hietala (avvenuta, naturalmente, un bel po’ di tempo prima del suo annuncio di lasciare i Nightwish); ancora, talvolta le canzoni sono atmosferiche e soavi, come “Nocturnal Light” (che a noi sembra tanto di periodo “Deggial”, per tornare al discorso iniziale), mentre qualche altro brano è decisamente più tirato e grintoso, come ad esempio proprio il successivo “Great Marquis Of Hell” (praticamente un brano power metal). C’è addirittura anche un pezzo in spagnolo, “El Primer Sol”, che effettivamente è anche tra gli highlight del disco, assieme alla già citata “Tuonela”, alla titletrack o ad altre tracce come “Psalm Of Retribution” (sicuramente una delle tracce meno lineari) e “Ten Courts Of Diyu”.
Insomma, in “Leviathan” possiamo ritrovare tante belle canzoni, ma va anche detto che, alla lunga, verrebbe da pensare che non regge il confronto con i capolavori della band, proprio perchè nasce con l’intento di essere più semplice e diretto: con un’opera più strutturata si vive una continua scoperta nel mettere insieme tutti i tasselli che la compongono e l’ascoltatore finisce per essere parte attiva nella decodificazione e fruizione dell’opera, rivivendo di volta in volta le emozioni che questa riesce a trasmettere con sensazioni sempre nuove e diverse; con “Leviathan”, invece, si gioca fin dall’inizio a carte scoperte e tutto è già evidente, per quanto comunque non vada affatto sottovalutato il lavoro degli arrangiamenti vocali e strumentali, che è pur sempre di altissimo livello. Prendiamo atto dunque della scelta operata per questo lavoro da parte di Johnsson e compagni: non sono magari questi i Therion che preferiamo ma, considerando che comunque la band di fatto non ha snaturato il proprio stile e ha saputo ancora una volta realizzare un disco di buon livello, si tratta di una scelta assolutamente sacrosanta e legittima, che non possiamo pertanto biasimare. O meglio, diciamo che per una volta ci può stare, anche perchè, nel corso della loro lunga carriera, i Therion hanno spesso saputo sorprenderci e siamo certi che continueranno a farlo anche in futuro.

TRACKLIST

  1. The Leaf on the Oak of Far
  2. Tuonela
  3. Leviathan
  4. Die Wellen der Zeit
  5. Aži Dahāka
  6. Eye of Algol
  7. Nocturnal Light
  8. Great Marquis of Hell
  9. Psalm of Retribution
  10. El Primer Sol
  11. Ten Courts of Diyu
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