7.0
- Band: THERION
- Durata: 01:01:12
- Disponibile dal: 30/09/2010
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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In ventitré anni di onorata carriera i Therion hanno fatto molta strada. Iniziata la loro storia come death metal band, la formazione capitanata da Christofer Johnsson ha compiuto un profondo cammino di evoluzione che ha completamente rivoltato, sviscerato e mutato il proprio sound, fino a trasformarsi in ciò che è oggi. Difficile trovare una definizione per descrivere precisamente la musica dei Therion del 2010, che si muove suadente nel metal sinfonico, pieno di divagazioni epiche, mistiche, oscure e misteriose. Poco prima di registrare il nuovo disco “Sitra Ahra”, il leader Johnsson ha congedato tutta la band ed ha ricostruito la formazione da zero, assumendo alla voce niente meno che Thomas Vikstrom (Candlemass, Stormwind). La title track e la successiva “Kings Of Edom” danno inizio a questa nuova avventura che ci accompagna in mondi magici, delineati da soavi note di pianoforte, da un cantato lirico sorretto da dolci voci femminili e cori che danno un tocco di magia alle sottili melodie intonate da Vikstrom. Le tematiche occulte ed esoteriche conferiscono un valore aggiunto per chi ama approfondire anche i testi delle canzoni. Con “Unguentum Sabbati” le sonorità si induriscono, ma senza per questo sacrificare la struttura sinfonica del brano. Soltanto “Din”, della durata di nemmeno tre minuti, mostra il lato più estremo dei Therion, quello black/death in cui il buon Thomas dà sfogo alle sue corde vocali in sulfurei growl. Rispetto alle precedenti release, “Sitra Ahra” si pone un gradino sotto a causa di composizioni dalla minor brillantezza. Sia chiaro, la qualità si mantiene su livelli eccellenti, ma mancano quel paio di killer track che hanno reso dischi come “Lemuria” o “Secret Of The Runes” due piccoli gioielli in ambito metal. Va sottolineata ancora una volta la creatività degli svedesi, che ad ogni loro nuovo lavoro riescono a sorprenderci con un’evoluzione artistica che oggi ha ben pochi eguali.