9.0
- Band: THERION
- Durata: 00:51:19
- Disponibile dal: 09/08/1996
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Audioglobe
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“Theli” rappresenta un album fondamentale nella discografia dei Therion, nonchè un momento di svolta nella loro carriera. La band, nel 1996, era reduce da un disco interessante come “Lepaca Kliffoth”, ricco di sperimentazioni e di elementi mutuati dalla musica classica, ma rimaneva ancora una formazione fondamentalmente underground e priva di un budget adeguato per realizzare i propri progetti. Per sua fortuna, il mastermind Christofer Johnsson trovò in Markus Steiger, il boss della Nuclear Blast, un validissimo sostegno (il leader dei Therion arriva ad ironizzare sul fatto che avrebbe dovuto vendere la sua Porsche per finanziare l’album), che gli mise a disposizione tutto quanto fosse necessario per registrare il disco. Lo stesso Johnsson era pressochè convinto che questo sarebbe stato l’ultimo album dei Therion, perchè riteneva che difficilmente le sue idee avrebbero ottenuto riscontri positivi presso il pubblico metal. I suoi timori si riveleranno tuttavia infondati: non solo “Theli” non fu l’ultimo album dei Therion, ma al contrario fu il disco del grande lancio e della loro definitiva consacrazione, nonchè uno dei più amati ed apprezzati della loro discografia. Gli elementi classici sono parecchio accentuati, tanto da potersi parlare di un vincente ed originale miscuglio di musica classica e musica heavy, le quali si fondono alla perfezione in una sorta di metal sinfonico. La band si avvale di ben due cori con la presenza di voci liriche e numerose sono le orchestrazioni, realizzate con tastiere e sampler, scherzosamente definiti dai Nostri come The Barmbek Symphony Orchestra, dal nome della stazione di metropolitana accanto allo studio. Per quanto concerne le voci soliste, unico residuo di qualche reminiscenza death, si alternano al microfono Johnsson e il batterista Piotr Wawrzeniuk, oltre alla presenza, su un paio di brani, di Dan Swäno in veste di guest. Ogni traccia di “Theli” è una piccola perla: riff heavy si compenetrano con la profondità delle voci liriche, che spesso conferiscono un sapore gothic al tutto, ma che vengono sorrette da raffinatissime orchestrazioni o accompagnate da un solenne suono di pianoforte. Il tutto viene arricchito da influenze prog o delle prime band con elementi classici e sinfonici degli Anni ’70. Ogni nota trasuda emozioni, è carica di qualcosa di magico; ogni passaggio è travolgente, sorprendente. L’unico rimpianto è che la band all’epoca non si sia potuta avvalere di un’autentica orchestra, che di certo avrebbe ulteriormente potuto arricchire questo splendido disco.