THIS ENDING – Inside The Machine

Pubblicato il 06/12/2006 da
voto
6.5
  • Band: THIS ENDING
  • Durata: 00:43:26
  • Disponibile dal: 04/12/2006
  • Etichetta:
  • Metal Blade Records
  • Distributore: Audioglobe

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Chi si ricorda degli A Canorous Quintet? Il gruppo non è mai stato popolarissimo, ma per i maniaci del melodic death metal svedese rappresentò più che una valida alternativa ai vari Dark Tranquillity, At The Gates e In Flames attorno alla metà degli anni Novanta. Nel 1998 la band decise di sciogliersi e i suoi membri si cimentarono in numerosi altri progetti, tra cui ricordiamo October Tide e Guidance Of Sin. Oggi però i cinque ragazzi svedesi sono tornati a suonare assieme e grazie all’interessamento della Metal Blade ritornano fra noi con un nuovo album che porta il titolo di “Inside The Machine”. Però, come avrete notato, il moniker A Canorous Quintet è stato riposto nel cassetto: oggi il gruppo si chiama This Ending e, ad essere onesti, non siamo ancora riusciti a capirne il motivo. E’ vero che sono trascorsi parecchi anni dalla pubblicazione dell’ultimo full-length (“The Only Pure Hate”) e che il sound che i nostri ci propongono è un po’ più groovy e pesante rispetto al passato, tuttavia la lineup della band è rimasta invariata e, nonostante tutto, si ha sempre a che fare con del melodic death metal di stampo svedese! Mah… in attesa di fare chiarezza su questa apparentemente insensata decisione, addentriamoci nell’analisi del disco, che – come abbiamo accennato – è piuttosto lontano dal poter rappresentare una sorpresa per coloro che già conoscevano il quintetto. Se si escludono alcuni effetti industrial e delle parentesi thrash tutto sommato ben congegnate, i This Ending suonano infatti in tutto e per tutto come i vecchi A Canorous Quintet. Il riffing nel complesso è quello tipico delle melodic death metal band svedesi di metà anni Novanta, quindi ruvido, sostenuto ma al tempo stesso agile e vagamente melodico. La voce è – anch’essa come da tradizione – uno screaming piuttosto aspro che spesso si fa più cupo e cavernoso, mentre il drumming di Fredrik Andersson (che i più conosceranno come l’attuale batterista degli Amon Amarth) è vario e tutt’altro che refrattario ad interventi in blast-beat. La tracklist si divide egregiamente fra veloci rasoiate e quadrati midtempo, ma – a dire il vero – dà il meglio di sè essenzialmente nella prima parte, con brani come “Pitch Black” e “Lidless Eyes”. Nel finale c’è infatti spazio per qualche filler abbastanza noioso, che non intacca più di tanto la complessiva riuscita del platter, ma che di certo non invoglia a riascoltare quest’ultimo nuovamente tutto di un fiato. Dopo tanti anni di inattività, un po’ di ruggine era però da mettere in conto, quindi non ci sembra il caso di far pesare troppo ai This Ending questi episodi poco convincenti. Tutto sommato, “Inside The Machine” è infatti un album piacevole, che rispolvera con coerenza e serietà il caro, vecchio melodic death metal di una volta. Se vi sentite nostalgici, provate a dargli un ascolto.

TRACKLIST

  1. Seed Of Destruction
  2. Inside The Machine
  3. Pitch Black
  4. Plague Angel
  5. Lidless Eyes
  6. Armageddon
  7. Nailed Down
  8. Let The World Burn
  9. Into Pain
  10. This Ending
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