5.0
- Band: THIS GIFT IS A CURSE
- Durata: 00:49:09
- Disponibile dal: 16/10/2015
- Etichetta: Season Of Mist
- Distributore: Audioglobe
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Gli svedesi The Gift With a Curse arrivano al secondo lavoro, primo per Season Of Mist, con un suono che è una maledizione più che, appunto, un dono. Una maledizione per l’ascoltatore che viene travolto ed investito da un violento ed annichilente black metal caotico ed molto confusionario: la band riversa, in queste otto canzoni, tutto il proprio odio e negatività contro l’umanità ed ogni forma vivente che popola il pianeta Terra, e l’annientamento che vogliono mettere in mostra a volte è persino esagerato tanto è caotico e poco incisivo. Il suono con cui si presentano è pastoso, un boato di frequenze basse che contrastano le disarmoniche ritmiche di chitarre mal bilanciate anche in fase di mixaggio: sembra di ascoltare un continuo debordare di suoni malamente registrati . “Swinelord” e “New Temples”, le due canzoni poste in apertura, per esempio, sono un roboante miscuglio di suoni che non hanno nessuna logica, anche volendole paragonare al black metal più selvaggio e belluino, che può sembrare strano ma di logica è pregno. In questi oltre otto minuti la velocità delle ritmiche raggiunge vette immaginabili con blast beat disumani, e le chitarre creano un groviglio di riff quasi inascoltabile. Sembra che qui si voglia imitare la violenta e misantropica maestria degli Emperor di “Anthems To The Welkin At Dusk” senza però minimamente avvicinarsi alla classe immensa degli Imperatori. Da “Hanging Feet” sembra che però poi le cose migliorino: il suono si fa un poco più intelligibile e le dinamiche si diversificano, con parti più rallentate e meno confusionarie, dove si percepiscono anche schegge impazzite di sludge per certi versi scontato ed anonimo con derive più melodiche ed oscure in ambito prettamente black. Fa sorridere continuare ad assistere al modo in cui molte band si ostinano ad interporre queste parti nel loro impianto sonoro fintamente black, ed i This Gift Is A Curse non sfuggono a questa triste regola. Il manifesto sonoro creato da The Secret, All Pigs Must Die e Celeste non appartiene a questa band. In ogni caso la proposta del quartetto svedese risulta essere monocorde, noiosa e terribilmente sterile, con troppa foga nel voler a tutti i costi creare del caos sonoro senza un minimo di senso (il caos, perché faccia male, deve essere organizzato), non è convincente nelle strutture dei brani dove ci sono forzature che non permettono di assaporare completamente l’atmosfera di desolazione e totale pessimismo che la band vorrebbe trasmettere. Un passo falso che non lascia scampo ai This Gift Is A Curse. Suonare, ma soprattutto comporre opere di black metal richiede una certa preparazione, oltre che musicale, anche filosofica. Cosa, quest’ultima, che gli svedesi per ora non posseggono.