THOU – Magus

Pubblicato il 19/09/2018 da
voto
7.5
  • Band: THOU
  • Durata: 77:10
  • Disponibile dal: 31/08/2018
  • Etichetta:
  • Evp Recordings

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Tre mini-album – esploranti i diversi ‘lati’ dello sludge doom dei Thou – pubblicati nel corso del 2018 non sono stati nient’altro che il preludio a “Magus”, il nuovo e quinto lavoro degli sludger americani, ancora una volta portavoce dell’oppressione sonora ed emotiva, sempre più sfaccettata ma sempre orientata e ferma al deterioramento psico-fisico puramente sludge. Scrive la band su Bandcamp: “Questo album è dedicato all’ego sacro, fonte dell’individualità e della complessità unica”. “Magus” è un album che punisce, che annichilisce, che devasta nel profondo e nel fare questo si pone come la prosecuzione (aumentata in portata) di “Heathen”, amplificando ancora di più il senso più eclettico e assetato di influenze maggiori, ma mantenendo la portata mefitica e pesante del doom sludge tanto caro ai Thou, in cui la poesia criptica e paludosa di Bryan Funck assurge ancora a emblema di profondità espressiva, talvolta aiutata dalle tonalità più consolatorie di Emily McWilliams. Quello che si sottolinea, però, è ancora una volta la portata quantitativa del lavoro: settantasette minuti di durata sono difficili da digerire, soprattutto se divisi in tracce da circa dieci minuti l’una e in contesti come questo, tutti d’un fiato. “Magus”, ancora più lungo di “Heathen”, è probabilmente digeribile in più fasi, spezzandolo in parti, senza naturalmente perderne l’individualità specifica e il percorso così come è stato prodotto, ma assimilandolo un poco alla volta, per non rimanerne annoiati (oltre che annichiliti), non tanto per la ripetitività del discorso musicale – cosa che il genere e le intenzioni necessitan o- ma per quanto la potenza espressiva rischia di scemare con l’eccessiva prolissità delle ambizioni della band della Louisiana. Arrivati a “The Changeling Prince” si sente già il senso di nausea esistenziale e il doom sludge della prima parte dell’album lascia pian piano posto ad una vena melodica che si staglia oltre la coltre nera mefitica che si è fatta largo in “Inward” e “Trascending Dualities”. Un vero e proprio baluardo del discorso magno è “In The Kingdom Of Meaning”, in cui le influenze Eyehategod e Crowbar si fondono ad un lontano comparto melodico appassionato tipico di certo black metal e si fonde con lo sludge disfattista dei Thou in tutta la sua espressività mefitica e opprimente, che raggiunge l’uscita del tunnel cimiteriale solo alla fine di “Supremacy”, una volta terminato il disco. Un album difficile, una prova non da tutti, un percorso ostico e sulfureo, ma che premierà proprio per questo coloro talmente folli da potersi addentrare nei suoi lunghi meandri di feedback, riff rallentati e lontani, ma veramente lontani, spiragli di luce e senso esistenziale. Ancora una volta i Thou hanno segnato le carte. Del nero più oscuro, ovviamente.

TRACKLIST

  1. Inward
  2. My Brother Caliban
  3. Transcending Dualities
  4. The Changeling Prince
  5. Sovereign Self
  6. Divine Will
  7. In the Kingdom of Meaning
  8. Greater Invocation of Disgust
  9. Elimination Rhetoric
  10. The Law Which Compels
  11. Supremacy
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