7.0
- Band: THRASH BOMBZ
- Durata: 00:55:04
- Disponibile dal: 07/11/2025
- Etichetta:
- Iron Shield Records
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“Sicilian Way Of Thrash”. È il titolo del primo demo, datato 2012, ma possiamo tranquillamente prenderlo come monito ufficiale del loro modo di intendere il metallo pesante. Il manipolo di Agrigento chiamato Thrash Bombz, attivo ormai da oltre quindici anni, arriva oggi al quarto capitolo in carriera: “Bio Decay” giunge sui nostri scaffali con un carico da novanta, dove speed e, guarda caso, thrash metal fanno da base agli oltre cinquanta minuti registrati.
Riff in serie, sezione ritmica calibrata e precisa, a determinare un ruvido equilibrio tra aggressività e controllo. Due elementi che hanno trovato sempre più piede all’interno del percorso artistico della band siciliana, la quale, dopo l’ultimo lavoro in studio, “Prisoner Of Disaster” del 2018, ha subìto tuttavia una battuta d’arresto operativa: il periodo pandemico, insieme ad alcuni cambi di line-up, hanno infatti costretto i Thrash Bombz ad una lenta ripresa sfociata nel nuovo “Bio Decay”, in cui una certa voglia di rivincita, oltre allo spirito della vecchia scuola, si ergono come protagonisti principali.
Dodici brani – alla lunga un pochino troppi, a dir la verità – con i quali Tony “Stormer” Frenda e compagni lanciano la propria invettiva nei confronti del comportamento umano, ormai diretto verso l’autodistruzione, e della sorveglianza digitale. È da questo contesto che “Drone Death” si pone perfettamente come pezzo d’apertura, unendo la violenza scapestrata degli Exodus d’annata con la pesantezza del cingolato tedesco targato Sodom. Ed è la stessa opener a sintetizzare la proposta globale dei Thrash Bombz, i quali non disdegnano nemmeno un pizzico di armonia, rintracciabile qua e là tra i vari episodi; si vedano per esempio “Viral Metal” o “Media War…or the Final Weap”, dove una componente griffata Megadeth si fa largo con piacere.
Si parlava di aggressività qualche riga sopra, ed ecco servite “Psycho Massess”, “Transhuman Condition”, “Digital Evil”, o la stessa title-track, nelle quali l’operato dei due chitarristi Giuseppe “UR” Peri e Salvatore “Skizzo” Li Causi trova libertà assoluta nel pigiare costantemente il piede sull’acceleratore, senza comunque perdere il filo della matassa furiosa.
Una rasoiata controllata: potremmo definirlo così il quarto tassello dei Thrash Bombz; intransigente ed energico. Non vi sono di fatto grosse novità o altri colpi di scena: il tutto, anche troppo come detto, tira dritto come deve essere, realizzato da un gruppo che dimostra di non essere certo alle prime armi. Ed è anche per questo motivo che, nonostante qualche riserva, “Bio Decay” potrà passare più volte nel vostro stereo.
