7.5
- Band: THREE DAYS GRACE
- Durata: 00:40:00
- Disponibile dal: 31/03/2015
- Etichetta:
- RCA
- Distributore: Sony
Spotify:
Apple Music:
Non ce ne vogliano i lettori per l’abusata metafora pugilistica – quella del boxeur suonato ed ormai alle corde ma che, salvato dal gong, alla ripresa si rialza e piazza il colpo del KO -, ma davvero non troviamo parole migliori per descrivere la parabola artistica dei canadesi Three Days Grace, band nota a queste latitudini soprattutto agli appassionati di hard-rock americano e/o wrestling. Dopo un filotto di tre album entrati nella Top 5 di Billboard – tra cui raccomandiamo “One-X”, ancora oggi, a quasi dieci anni di distanza, tra le migliori release del genere -, la botta inaspettata arriva con l’uscita di scena del cantante / chitarrista, nonchè principale songrwiter, Adam Gontier, ammirevole nella sua scelta di dedicarsi ad una ben più rischiosa carriera solista. Reclutato un sostituto – Matt Walst, cantante dei semi-sconosciuti My Darkest Days, ma soprattutto fratello del bassista Brad Walst -, i tre musicisti superstiti si rimboccano le maniche e, sorpresa!, tornano con quello che potremmo definire come il miglior disco da un po’ di anni a questa parte. Liberi di muoversi al di fuori della propria zona di confort, i quattro canadesi partono subito con il giusto mix di testosterone e feromone nell’opener “Human Race”, in cui trovano posto anche un bell’assolo e cori atmosferici, senza per questo rinnegare le loro origini ‘mascellone’, ben rappresentate da singoli spacca-classifiche come “Painkiller” o “I Am Machine”. Scorrendo la tracklist, appare chiara la volontà di alternare vecchio e nuovo, se di ‘nuovo’ si può parlare, facendo leva sulla timbrica del nuovo entrato per rispolverare un sound che, viceversa, era entrato nella sua fase calante. Come già successo agli ex-Creed, se pure in misura minore, il cambio di cantante sembra aver giovato ai Three Days Grace, pronti con “Human” a farsi (ri)scoprire da fan vecchi e nuovi.