7.5
- Band: THREE STEPS TO THE OCEAN
- Durata: 00:40:45
- Disponibile dal: 02/10/2009
- Etichetta:
- Frohike Records
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I Three Steps To The Ocean li avevamo scoperti circa un paio di anni fa grazie al loro omonimo EP di debutto, un tre-tracce che ci aveva mostrato una formazione assolutamente valida, dal marcato accento sperimentale e dotata di una classe innata e cristallina. Ora, a distanza del giusto tempo che necessita ad una band di perfezionisti per dare alla luce nuova e mai banale musica, ecco il combo milanese ripresentarsi alla nostra attenzione con il primo full-length, questo “Until Today Becomes Yesterday”, co-prodotto per l’Italia dalla Frohike Records e rilasciato negli USA dalla Forgotten Empire. La proposta dei TSTTO non è ovviamente cambiata: post-core progressivo e strumentale, che ha nell’intimismo e nella riflessione interiore i suoi punti di forza più evidenti. Perennemente immersi in atmosfere rarefatte, nebbiose, a tratti rilassanti ma più spesso cupe e crepuscolari, i quattro musicisti ci offrono altri sei episodi dal pieno valore, spazianti tra Isis, Pelican, Red Sparowes e compagnia post-, ma anche aventi tratti certamente personali e soprattutto un’atmosfera – creata più che altro dall’assenza di vocalizzi – unica. Come su un ottovolante che si muove al rallentatore, durante i quaranta minuti di “Until Today Becomes Yesterday” vi troverete ad assaporare arpeggi onirici e cadenze ondeggianti, riff liquidi ma anche poderosi e di stampo doomy, un basso ben in evidenza e sempre presente, una batteria che sa ritagliarsi spazi solistici così come supportare al meglio il tutt’uno atmosferico del gruppo, ottimamente sottolineato poi da un lavoro di sintetizzatori e programmazione sotterraneo ma fondamentale. “Diomede” e “Remember Lynne Cox” sono i brani salienti del disco, mai stancanti nonostante i loro nove minuti di durata; seguono a ruota l’opener “December 31st 1844” e “Il Quinto Giorno”, mentre paradossalmente i Three Steps si spengono leggermente durante le tracce più brevi dell’album – le due dal titolo simile – a cui forse avremmo preferito un altro pezzo di lunga durata. Quisquilie, comunque, perché di fronte ad un lavoro poetico ed intenso come questo è davvero difficile trovare difetti. Da ascoltare, sognarci dentro e rifletterci sopra.