• Band: THROWN
• Durata: 00:20:48
• Disponibile dal: 30/08/2024
• Etichetta:
• Arising Empire

I Thrown sono un mostro che, con una velocità estrema, si sta mangiando tutto. Il quartetto proviene dalla fertile scena svedese, che ha sfornato e sforna sensation di qualità e quantità, senza ad oggi eccellere nel segmento harcore/metal moderno.
Fino ad oggi appunto, quando i Thrown, una band con tre candeline sulla torta, si presentano ufficialmente al debutto forti di un milione e mezzo di ascoltatori mensili su Spotify – per intenderci poco meno dei Knocked Loose, molti più di Lorna Shore, Alpha Wolf ed Emmure. Per raggiungere questi risultati la band ha agito in maniera intelligente, condividendo il palco con i big della scena, pubblicando puntualmente singoli di qualità consistente e sfruttando l’algoritmo meglio di chiunque altro, anche attraverso il discusso tool di Spotify chiamato “Discovery Mode”, opzione che prevede di rinunciare ad una quota di compensi per comparire tra gli artisti suggeriti ed essere inserite in alcune playlist. Ovviamente questa vetrina non può comprare del tutto un engagement sul medio/lungo periodo come quello che stanno cavalcando gli svedesi, che han conquistato gli ascoltatori grazie a piccole bombe come “Greyout”, “Fast Forward” o “Dwell”.
La loro formula è semplice ed estremamente efficace: il più quadrato hardcore e metalcore viene mischiato al groove e alla ruffianeria nu metal, con importanti influenze che provengono anche dal lato più bianco ed incazzato della trap (Suicideboys, City Morgue). Semplice, ma pesante, come il loop elettronico che vi scaverà il cervello facendovi entrare in testa i singoloni “On The Verge” e “Guilt”. I momenti più riusciti sono quelli in cui la band unisce campioni EDM e drum’n’bass al groove della sezione ritmica e alla rumoristica ottenuta dalle chitarre, come avviene nei brani già citati oltre a “Look at Me” e “Bloodsucker”.
Tra breakdown sporchi e groove spessissimi amplificati dall’ugola di Marcus Lundqvist l’unico rischio è quello di una ripetitività che è però solo apparente, in quanto ci si ritrova a riascoltare l’intera raccolta in maniera agile grazie alle variazioni trap metal, il vertiginoso muro di batteria di “Vent” o il rumore dissociativo ed inquietante di “Bitter Friend”.
Volendo trovare dei difetti, manca un filo narrativo in questa raccolta di solidissimi singoli, ma è un po’ un difetto figlio dei tempi dello streaming, in cui per crescere in maniera organica è necessario essere presenti in maniera costante e consistente: i Thrown sono maestri in questa cultura contemporanea, e probabilmente “Excessive Guilt” li fotografa ancora un pelo imperfetti sotto il profilo artistico in senso lato, quanto meravigliosamente rabbiosi e dirompenti dal punto di vista musicale.