THRYMR – Saga Of The North

Pubblicato il 28/11/2024 da
voto
7.0
  • Band: THRYMR
  • Durata: 00:37:43
  • Disponibile dal: 27/11/2024
  • Etichetta:
  • Darkness Shall Rise Productions

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Ci sono musicisti che hanno poco da dimostrare, in termini di classe e di integrità; sicuramente Trym Torson ricade nella categoria appieno, vuoi per gli iconici dischi a cui ha preso parte – dai primi lavori degli Enslaved all’intera discografia degli Emperor post-“In The Nightside Eclipse” – ma anche per l’approccio mai sopra le righe nella vita personale. E non è cosa da poco, se parliamo di una figura cardine della scena norvegese dei primi anni Novanta.
Con i Thrymr (il re dei giganti della mitologia norrena, ma anche un ovvio richiamo al nickname che da sempre si è dato) il Nostro si dedica a un pallino di vecchia data, legato alla sua passione per il cinema, componendo quella che, se non è una vera e propria colonna sonora, è comunque una interessante collazione di frammenti che hanno sicuramente la loro potenza visiva.
“Landsbyen” mostra subito l’approccio fortemente cinematografico, e fedelmente al suo titolo (‘villaggio’) espone forti elementi folk e strumenti tradizionali, quasi una canzone da ballo di gruppo a corni colmi di idromele sollevati. “Trusselen” cambia le carte in tavola: un inquietante crescendo rumoristico, con droni, tastiere scary e archi. La sensazione di orrore montante prende ancora più piede nella seguente “Slaget”, ispirata chiaramente a certe cose di Bernard Herrmann, toccando poi l’apice su “Gravferd: meno apertamente horror, è forse il brano più oscuro e d’atmosfera, estremamente dilatato, giocato su tastiere, oboe e cori sintetici quasi impalpabili, con un senso di strisciante orrore che prende forma.
Dopo lo sepoltura (“Gravferd”, ‘sepoltura’, appunto, in norvegese) è tempo di “Sorgen”, ossia ‘dolore’; siamo in territori musicali analoghi, ma qui prevale la malinconia, come se un cielo plumbeo si chiudesse progressivamente sopra di noi. È poi il momento dei ricordi (“Minner”) e funziona benissimo il pianoforte come voce principale, presto doppiato, triplicato da synth riverberati e da archi trasognati sul finale. “Vandring” e “Håpet” rispondono alla ricomparsa progressiva di forme di vita sul villaggio dove è iniziato questo viaggio: in entrambi i brani ritroviamo echi degli Ulver di “Kveldssanger” e il pieno ritorno di quell’atmosfera da saga vichinga su cui si apriva il disco.
È insomma un disco particolare, non certo perfetto, ma frutto sincero di una passione che Trym ha coltivato per anni e ha deciso, infine di condividere: nel complesso, parliamo di nostalgia per un tempo che fu, sia in termini musicali che folkloristici, ma espressa con la serenità di un buon compositore ed esecutore.

TRACKLIST

  1. Landsbyen
  2. Trusselen
  3. Slaget
  4. Gravferd
  5. Sorgen
  6. Minner
  7. Vandring
  8. Håpet
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